Muore di mesotelioma esposto dell’ospedale

Portogruaro. Dino Falcomer si è ammalato un mese fa. Eseguita l’autopsia La magistratura indaga per capire se c’è un legame con l’esposizione all’amianto
Di Rosario Padovano

PORTOGRUARO. Esposto per presunta esposizione all’amianto. È quello che, su suggerimento dei medici dell’ospedale di Portogruaro, l’Ulss 10 del Veneto orientale ha presentato alla magistratura presso la Procura di Pordenone per indagare sulla morte di Dino Falcomer, 83 anni, per molti anni carpentiere. L’anziano è deceduto nel nosocomio portogruarese il 9 aprile scorso per mesotelioma. Lo ha divorato in un mese. L’autopsia è stata eseguita sabato mattina e dopo l’esame la magistratura pordenonese ha dato il nulla osta per i funerali.

Questa sera alle 19.30 nella chiesa di Cavanella verrà recitato il rosario in suffragio, mentre domani alle 15.30 nella cattedrale di Concordia, verranno officiati i funerali. Sposato con Rita Serra, Dino Falcomer era padre di tre figli: Carla, Fermina e infine Maurizio. Falcomer ha sempre vissuto a Concordia, ma ha girato il Nord-est, lavorando come carpentiere. Ha frequentato in particolare la Svizzera e le città del Friuli Venezia Giulia, soprattutto Trieste e Maniago.

Si cerca un nesso tra la malattia che l'ha strappato all'affetto dei suoi cari e il sospetto, terribile, dell'esposizione all'amianto. I risultati dell'esame autoptico potranno fare chiarezza solo tra 40 giorni, quando saranno pronti e sottoposti alle valutazioni della Procura.

Intanto la magistratura di Pordenone indaga, peraltro con il pieno sostegno dei familiari che hanno apprezzato il gesto dell'ospedale di Portogruaro di far segnalare il caso di Dino Falcomer alla magistratura. «Mio nonno è stato strappato alla vita in un mese, siamo profondamente addolorati», ammette una delle nipoti Michela Di Berardino, «non sappiamo se esista o meno un nesso tra questa terribile malattia e l'esposizione all'amianto». Il mesotelioma è proprio la malattia che per eccellenza viene provocata dall'esposizione alle polveri di amianto. I familiari sono chiaramente assaliti dai dubbi. Dove può aver contratto la malattia che lo ha ucciso Dino Falcomer? E soprattutto, quando lavorava erano state adottate le misure necessarie per evitare l'insorgere di questo genere di malattie? Alla magistratura il compito di rispondere a queste domande che arrovellano i familiari più stretti. «Mio nonno era altruista», ricorda Michela Di Berardino, «da una settimana sono numerose le persone che stanno testimoniando di aver ricevuto nella loro vita un aiuto concreto da parte sua». Tra l'altro per 30 anni, notte e giorno, ha assistito la moglie Rita, colpita un ictus. Se n'è andato prima lui. La morte di Dino Falcomer ha suscitato dolore anche a Portogruaro, dov’era iscritto alla sezione Granatieri di Sardegna in congedo.

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