Muore con la gamba in cancrena, scatta l’esposto a San Donà
Sotto accusa i Pronto soccorso di San Donà e Jesolo. La Procura ha disposto l’autopsia su un 93enne di Mira
SAN DONA’. Sono state un calvario le ultime settimane di vita di un anziano signore di Mira, morto il primo maggio, con una gamba in cancrena.
Per tutto il mese di aprile, davanti ai primi forti dolori al piede - via via allargati alla gamba - il figlio M.B. aveva accompagnato più volte il padre al Pronto soccorso dell’ospedale di San Donà, senza che il suo caso suscitasse particolari preoccupazioni. Poi il rapido decorso e la morte.
Nei giorni scorsi (rappresentato dall’avvocato Giorgio Caldera) l’uomo ha presentato un esposto alla Procura, per chiedere di chiarire se tutto il possibile sia stato fatto dai medici. E, ieri, il pubblico ministero Giovanni Zorzi ha disposto l’autopsia, per chiarire le cause del decesso, affidandola al medico legale Guido Viel, mentre il figlio ha nominato quale consulente tecnico di parte il dottor Gianni Barbuti.
Il procedimento è attualmente iscritto a carico di ignoti, perché in questa fase la Procura vuole capire cosa è successo e se vi sia un nesso tra quella che appare essere stata un’infezione alla gamba e la morte del signore 93enne, che abitava con il resto della famiglia a Mira. Nei primi giorni di aprile si trovava con il figlio a Jesolo - essendo la sua casa in restauro - quando ha iniziato a sentire le prime fitte, un bruciore intenso al piede destro: la prima volta che il figlio lo accompagna al Pronto soccorso dell’ospedale di San Donà - si legge nell’esposto - era il 3 aprile, con dimissioni immediate.
Il dolore si fa più acuto, e padre e figlio tornano in ospedale il 5 aprile: l’anziano viene sottoposto a un eco-doppler e dimesso. Nuovo ricorso ai medici di San Donà il 7 aprile: questa volta vengono effettuati esami del sangue su indicazione del medico di famiglia.
Ma la situazione non fa che peggiorare, i dolori al piede aumentano e l’11 aprile, M.B. porta il padre al più vicino ospedale di Jesolo: qui i medici consigliano il consulto di un chirurgo vascolare, che a Jesolo non c’è, così l’anziano viene accompagnato all’ospedale all’Angelo di Mestre. E qui arriva, finalmente, una prima diagnosi, seppur nefasta: cancrena. Secondo quando riporta il figlio nell’esposto, i medici spiegano che si dovrebbe procedere con l’amputazione della gamba, ma che le condizioni generali dell’anziano non permettono l’intervento. Si procede con una massiccia terapia antibiotica presso l’hospice del Centro Nazareth, dove l’uomo muore il primo maggio.
Sarà ora la Procura a dire se sia stato un drammatico destino o vi siano responsabilità.
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