Muore a 40 anni dopo aver ricevuto due reni: donato il fegato

Andrea Cappelletto di Scorzè aveva subìto un duplice trapianto. La famiglia dà l'assenso all'espianto: «Aiutiamo qualcuno come prima è stato fatto con il nostro angelo-guerriero»

SCORZE'. Una storia di coraggio, di generosità, di voglia di vivere e di far vivere. Tutto questo si ritrova nella vicenda di Andrea Cappelletto e nell’appello che, all’indomani della tragedia, lancia la sua famiglia che incoraggia la donazione degli organi per consentire a qualcun’altro di continuare a sperare.

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Andrea Cappelletto, 40enne di Scorzè, è morto sabato all’ospedale di Mestre dopo che nei giorni precedenti era stato ricoverato a Dolo per alcuni problemi fisici. In questi anni aveva subìto due trapianti di rene. Ora che non c’è più, i genitori Luigi e Maria Lucia Bulla ed i fratelli Matteo e Stefano hanno deciso che si donasse il fegato di Andrea per consentire a un’altra vita di proseguire. Quasi a voler proseguire la catena che ha permesso ad Andrea di vivere negli ultimi anni.

«Vorremmo smuovere la sensibilità delle persone», è l’appello della mamma, «affinché altri seguano questa strada. Più organi si hanno a disposizione, più ci sono possibilità di trovare quello più adatto e compatibile». I Cappelletto hanno imparato bene cosa significhi la parola trapianto. Andrea ne ha subìti due, prima a Bruxelles poi a Padova, una decina d’anni fa.

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Conduceva una vita regolare e controllata. Sabato 21 maggio ha accusato un malore e ha chiesto aiuto al fratello Matteo. «L’ho portato all’ospedale a Dolo dove era seguito da poco più di un anno», spiega, «Venerdì mattina è subentrata un’emorragia cerebrale ed è entrato il coma. Un episodio che non ha nulla a che vedere con quanto accusato nei giorni precedenti. I medici hanno deciso di trasferirlo a Mestre dov’è stato operato. Sabato se ne è andato».

Ieri mattina la famiglia ha saputo che il fegato di Andrea vivrà nel corpo di un’altra persona. «Abbiamo chiesto ai medici di prelevare tutto quello che si poteva donare», continua Matteo Cappelletto, «Ci è parso un bel gesto: aiutare gli altri come prima altri hanno fatto con Andrea».

Il quarantenne lavorava con il fratello, titolare della “Comunicazione - Impronta Grafica” di Scorzè. «Era un angelo-guerriero», lo ricorda Matteo, «non si è mai lamentato. Ha affrontato ogni cosa con il sorriso. Era l’umiltà e la semplicità fatta persona, ha dovuto e saputo affrontare tanti ostacoli ma è riuscito a superarli anche grazie ai genitori che lo hanno seguito e gli hanno permesso di avere il giusto carattere».

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«Era solare, con tanta voglia di vivere», aggiunge la mamma, «e sarà sempre un bel ricordo. Dico grazie ai medici e al personale dell’ospedale di Padova e del reparto di Nefrologia di Dolo che ci hanno seguiti: un esempio di professionalità e umanità». I funerali di Andrea Cappelletto si svolgeranno mercoledì alle 10.30 in chiesa a Scorzè, quindi la sepoltura nel cimitero del paese. Il quarantenne lascia anche la cognata Antonella e il nipotino Leonardo, zii, parenti e amici. Un po’ di lui continuerà a vivere e dare speranza a chi, malato, ha ricevuto il suo fegato.

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