«Municipio di Mirano, il terzo piano è abusivo»
MIRANO. Parte finalmente l’iter per realizzare l’ascensore per disabili in municipio, ma il Movimento 5 Stelle spulciando le carte del progetto scopre un presunto abuso edilizio. Proprio nel palazzo comunale. In particolare è stato il consigliere Marco Lazzarini, urbanista, a denunciare le presunte irregolarità, scoprendo che l’ultimo piano della casa comunale non dovrebbe nemmeno esistere. O perlomeno non essere utilizzato. Una grana per il Comune, che ha avviato tutti i controlli del caso per un abuso che comunque, se confermato, risalirebbe a oltre trent’anni fa. «Controllando i costi preventivati per l’ascensore», spiegano Lazzarini e il capogruppo Antonio Milan, «abbiamo ritenuto nostro dovere verificare perché fossero così eccessivi rispetto al prezzo di mercato di prodotti simili. Non pensavamo che questo aprisse il vaso di pandora: è emerso che l’ascensore costa così tanto perché deve servire gli uffici su tre piani, ma uno di questi, il sottotetto dove si trova l’ufficio finanziario, pare non dover esistere, o quanto meno non sembra agibile per essere adibito a uffici. Nel piano di ristrutturazione e ampliamento approvato nel 1963, infatti, non ve n’è traccia».
Dai documenti catastali risulta infatti solo l’ipotesi, antecedente il 1960, di sopraelevare il terzo piano. In un progetto approvato due anni più tardi, il terzo piano sparisce e nel 1981 si parla solo di un restauro conservativo del municipio, senza tavole allegate. Un abuso edilizio proprio nel municipio dunque? «Certamente sarebbe così se si trattasse di un edificio di proprietà privata», spiegano i consiglieri pentastellati, «ma in questo caso sono gli stessi uffici che avrebbero commesso l’eventuale abuso a doverlo rilevare e sanzionare». Una situazione paradossale insomma: il Comune che multa il Comune. Ma soprattutto per Milan e Lazzarini: «Sarebbe grave che, in tempi di crisi, fossero sperperati soldi pubblici per far arrivare l’ascensore a un piano che non dovrebbe nemmeno essere usato: sono trent’anni che ci lavorano degli impiegati comunali e non è ancora dato sapere se il sottotetto soddisfa le condizioni minime di sicurezza». «Il sottotetto ha cominciato ad essere utilizzato per l’archivio e per gli uffici oltre trent’anni fa», spiega il vicesindaco Giuseppe Salviato, «prima di dire una qualunque cosa sull’argomento serve fare una ricerca che vada molto a ritroso nel tempo e bisogna studiare bene le carte. Gli uffici tecnici stanno compilando una relazione dettagliata sugli interventi che hanno interessato l’edificio negli anni». Ieri, i tecnici comunali hanno verificato che alcuni locali del secondo piano sono stati adibiti a uffici dal 1984, nel rispetto delle norme in tema di sicurezza e igiene dei posti di lavoro.
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