«Municipalità? Un doppione Per Mestre iniziative di qualità»

Terzo tavolo fucsia di consultazioni a Marghera. Brugnaro attacca Conte: «Le sale non sono sue Il patto l’abbiamo fatto con i cittadini». E ancora: «Stop alle bici a Venezia. Facciamo tornare i turisti»
Di Marta Artico
Agenzia Candussi. giornalista: Artico. Descrizione: Tavolo di confronto presso Centro Civico di Marghera, con il sindaco Luigi Brugnaro
Agenzia Candussi. giornalista: Artico. Descrizione: Tavolo di confronto presso Centro Civico di Marghera, con il sindaco Luigi Brugnaro

Ne ha avute per tutti il sindaco Luigi Brugnaro mercoledì sera a Marghera, durante il terzo Tavolo di consultazione promesso ai suoi elettori, quello dedicato al Turismo, anche quest’ultimo affollatissimo e pieno di entusiasmo, applausi scroscianti e battute in dialetto. Carichi i convenuti, tra cui commercianti, rappresentanti di associazioni, enti, gruppi, carico il sindaco. Al centro del dibattito l’assessore al Turismo Paola Mar, ma anche diversi altri rappresentanti di Giunta e consiglieri.

Brugnaro è partito in quarta contro il presidente della Municipalità di Mestre, Vincenzo Conte: «Non ha altro da fare che andare a vedere se paghiamo le sale, la sua Municipalità i cittadini se la sono già presa. Si chiama Conte, ma solo di nome. Non mi faccio prendere in giro da questa gente. Se pensa che a destra c’è il comune e a sinistra la municipalità, non ha capito proprio niente». Rincara la dose: «Io il patto l’ho fatto con i cittadini, non con i presidenti che si autodefiniscono dei “re”, è finita la monarchia a Venezia, bisogna che qualcuno glielo vada a dire, che inizi a mettersi con umiltà ad ascoltare i cittadini e se non lo fa gli scriviamo un’ordinanza e cambiamo i regolamenti. Questa gente capisce solo così, è convinto di essere su un altro mondo. Se siamo qua con quaranta gradi, è perché questi ci hanno rovinato». E aggiunge: «Questa cosa non gliela facciamo proprio passare». E sulle Municipalità: «Sono doppioni, fanno sprechi e i dipendenti sono del comune».

Dopo l’attacco a Conte, il sindaco ha elogiato il presidente di Marghera, Gianfranco Bettin, chiedendo un applauso. «Bettin è una persona per bene, ci ha dato totale disponibilità a fare un patto trasversale con il Governo sul bilancio, tutti capiscono che su Venezia non si può fare un gioco al massacro, il mondo ci guarda».

Dalle Municipalità ai vigili: martedì sera a Favaro aveva detto: «Vi racconto una cosa ma vi dirò anche il nome». Mercoledì ha ripetuto l’aneddoto e fatto il nome. Che è quello di Luca Lombardo, portavoce del Diccap: «Sapete chi è il vigile che ha firmato il verbale sull’irregolarità delle tende al mercato di Rialto? Luca Lombardo, che ci costa 240.000 euro».

Brugnaro ha ribadito il concetto sulla customer satisfaction e sul fatto che saranno i cittadini a dare i voti ai vigili e al personale comunale. E a definire così meriti e demeriti. Tra le cose che non vanno giù a Brugnaro: il fatto che non ci sia un database di tutte le associazioni e neppure un database che dica per filo e per segno chi ha avuto contributi, quanti ne ha avuti, a chi sono andati per evitare doppioni e “furbetti di quartiere”. Il sindaco ha annunciato un’ordinanza per vietare l’uso della bici a Venezia. «Ne ho beccati trenta sul ponte di Calatrava». E da qui l’idea di far scendere in campo giovani volenterosi da utilizzare in città, rangers e city angels. E sulle iniziative: «Il Carnevale è domani, la gente deve prenotare».

E parlando del Natale: «Piazza Ferretto deve diventare il “salotto buono”, basta salami e porchetta, vogliamo luci e musica a tema». Il sindaco invita a fare proposte, a lanciare iniziative, racconta di quante se ne sono perse nel tempo per colpa delle precedenti amministrazioni, ricorda il mitico “chilometro del Corso”. L’assessore Mar ha fatto un excursus introduttivo sul turismo: «L’obiettivo è riportare i cittadini al centro: la sfida da vincere è garantire qualità di vita ai turisti e ai cittadini». Brugnaro sintetizza: «Dobbiamo far ritornare i turisti a Venezia, non devono venire una volta sola: si chiama fidelizzazione».

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