Prende la multa a Roma senza esserci mai stato, l’odissea di un pensionato di Noale

L’uomo ora rischia anche il sequestro amministrativo della sua auto e si è rivolto all’Associazione difesa consumatori. 

Se in ballo non ci fossero comunque dei soldi e un paventato fermo amministrativo, la vicenda oscillerebbe fra il comico e il surreale. Ma la disavventura di G.C., pensionato di Noale classe 1953, descrive invece una realtà che fa riflettere e preoccupare, perché dimostra come per il cittadino “normale” sia spesso fin troppo complicato far valere le proprie ragioni, per quanto chiare e inequivocabili.

La storia inizia ancora nel 2020 e il fatto che non si sia ancora risolta è emblematico, per usare un eufemismo. L’uomo infatti proprio quell’anno ha ricevuto un verbale per violazione del codice della strada. Niente di strano si dirà, se le anomalie non fossero così marcate. La multa infatti arriva dal Comune di Roma e contesta al pensionato il transito nella corsia riservata ai mezzi pubblici. In effetti la targa coincide, è quella del 72enne di Noale. Però il mezzo no, visto che si tratterebbe di un autobus (evidentemente non di linea). Al di là di questo, c’è un altro aspetto che non può essere trascurato: il pensionato, ora socio Adico, non è mai stato nella Capitale in vita sua.

 

Insomma, tante stranezze che, in teoria, si potrebbero risolvere con una semplice comunicazione. Infatti G.C. ha agito, di fatto, in autotutela, contestando al comune di Roma, con una Pec, la validità della sanzione e chiedendone dunque l’annullamento. Dall’amministrazione capitolina, però, non è mai giunta alcuna risposta in merito e il tempo è passato, inesorabile. Fino al 2022 quando l’uomo si è visto recapitare una cartella esattoriale da parte dell’Agenzia delle Entrate sempre per quella famosa, inesistente infrazione. La multa originaria di 98,40 euro è arrivata a 231,65 euro. Un salasso. Allora il (fin troppo paziente) pensionato di Noale ha scritto all’Agenzia delle Entrate, sempre con le stesse motivazioni: non ho un autobus e non sono mai stato a Roma in vita mia. Nessuna risposta. A fine 2024 la stessa Agenzia invia un preavviso di fermo amministrativo per l’auto, questa volta indicata nel modo giusto: non più un bus ma una Fiat Tipo, la macchina in effetti di proprietà dell’uomo. L’importo, intanto, è salito a 276,87 euro.

 

Ora G.C. si è rivolto all’Adico nella speranza di risolvere una volta per tutto questo inusuale disguido, evitando anche un fermo amministrativo comunque illegittimo visto che la moglie del pensionato è invalida.

 

«Raramente ci siamo trovati di fronte a una vicenda così assurda», commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, «A nostro avviso c’è stato un errore nella trascrizione della targa. Basta un numero sbagliato e il danno è fatto. Ma, come diciamo sempre, errare è umano ma perseverare è diabolico. Qui da una parte si persevera con una richiesta di pagamento illegittima dall’altra, però, si continua a non rispondere alle contestazioni del nostro socio e questo è l’aspetto più antipatico di tutta la vicenda. Il rapporto fra cittadini e amministrazioni deve essere paritario, non si possono ignorare le ripetute opposizioni dell’uomo, fra l’altro presentate tramite canali inattaccabili come le Pec. Ora scriveremo sia al Comune di Roma che all’Agenzia delle Entrate, confidando nel fatto che la lettera di una associazione dei consumatori riceva più attenzioni di quella inviata da un “normale” cittadino”. Anche se non dovrebbe essere assolutamente questa la prassi».

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