Multa per ricavi presunti il giudice bacchetta il Fisco

Il Tribunale di Padova boccia il sistema utilizzato dall’Agenzia delle entrate per contestare al titolare del Kalispera di Dolo un maggior reddito

DOLO. Il tribunale di Padova “affossa” i metodi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate consentendo così a tutti gli imprenditori di riaprire anche accertamenti già chiusi o definiti in Cassazione. La battaglia legale di Mauro Furlan, imprenditore di San Giorgio delle Pertiche, titolare, assieme al fratello Massimo, dei locali “Al Pioniere” di Borgoricco e “Kalispera” di Dolo, difeso dall’avvocato Federico Veneri di Dolo, sta portando a un successo straordinario che sta facendo giurisprudenza e darà la possibilità a tutti i contribuenti di ribellarsi a quello che l’imprenditore definisce «lo strapotere e presunzione dell’Agenzia delle Entrate».

Il Tribunale civile di Padova, ha infatti definito «infondato ed erroneo il sistema di accertamento induttivo» previsto dal fisco italiano dando così al contribuente la possibilità di difendersi ad armi pari con l’Agenzia delle Entrate. L’imprenditore con il suo legale non ha comunque intenzione di mollare la presa e sono pronti a dare battaglia anche sulla richiesta risarcitoria presentata. La vicenda è iniziata da un accertamento a cui è stata sottoposta l’attività dell’imprenditore padovano che da oltre trent’anni opera nel settore della ristorazione con quaranta persone alle sue dipendenze. L’Agenzia delle Entrate avrebbe contestato all’imprenditore un maggior reddito di circa 600 mila euro rispetto a quanto dichiarato in base alla “presunzione di reddito”, ammettendo poi di aver richiesto 50mila euro in più rispetto a quanto indicato nel verbale di accertamento.

Secondo gli ispettori, infatti, Furlan avrebbe prodotto e venduto circa 100 pizze al giorno in più nel corso dell’anno viste le fatture di acquisto di farina e in base al peso di ogni pallina di pizza. «Siamo riusciti- sottolinea l’avvocato Veneri- a dimostrare, in giudizio, che le presunzioni fatte non sono attendibili né veritiere. Nel processo abbiamo fatto emergere grossolani errori fatti dagli ispettori. Prima di questa causa non era possibile difendersi alla pari né contestare pienamente l’accertamento. Adesso si può. Da ora in poi le sole presunzioni e verifiche a senso unico non potranno più segnare drammaticamente la sorte di persone e società».

«Spero – conclude Furlan - che questa mia battaglia contribuisca a far prendere coscienza a tanti imprenditori che si sono trovati nella tenaglia del fisco con accertamenti criticabili a non mollare e a far valere le loro ragioni e il diritto al lavoro».

Davide Massaro

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