Movimento Consumatori, sede di Mestre chiusa senza avvisare
MESTRE. Porte sbarrate all’improvviso, sede chiusa per un mese e mezzo senza avvisare gli utenti e il rischio che, i prossimi 17 e 18 aprile, il consiglio direttivo nazionale non rinnovi l’affiliazione alla sede di Venezia. Nel mirino c’è la sezione locale del Movimento Consumatori, un’associazione che si occupa della tutela dei consumatori e che fino a metà febbraio aveva sede in via Ca’ Savorgnan 42. Poi all’improvviso la sede è stata chiusa, senza alcun preavviso e senza lasciare un volantino appeso alla parete. La prima settimana il telefono suonava a vuoto e, anche chiamando la sede nazionale di Roma ci si sentiva rispondere: «Noi non ne sappiamo nulla». Solo qualche giorno dopo agli associati che avevano bisogno di rivolgersi all’associazione è stato spiegato, da Roma, che l’operatività veniva garantita, in via provvisoria dalla sede di Verona.
E solo il 18 marzo - cioè un mese dopo - sul sito dell’associazione è apparsa una nota in base alla quale «si avvisa che la sezione di Venezia si è nuovamente trasferita in via Torino 11/C». La sede di via Torino però - un appartamento di proprietà della Fondazione Rinascita che gestisce i beni del Pd - diverrà operativa solo da oggi. Lo annuncia il presidente dell’associazione veneziana, nonché presidente nazionale, Lorenzo Miozzi. Questa la sua posizione: «Il proprietario dell’immobile ha alzato l’affitto e siamo stati costretti a cercare un’altra sede», spiega, «e non abbiamo potuto attaccare un volantino o un foglio in via Ca’ Savorgnan perché ci è stato impedito dal titolare. Inoltre Telecom ci ha messo tre settimane per trasferirci la linea. Gli utenti che avevano pratiche urgenti sono stati deviati a Verona, ma ora siamo tornati di nuovo operativi. Questa è un’associazione di volontari, di più non potevamo fare».
Quella di Mestre è una delle sedi storiche del Movimento Consumatori, diffuso a livello nazionale con una serie di sedi autonome, e organizzato da un coordinamento nazionale che si occupa di confermare o meno l’affiliazione delle sedi al Movimento con l’utilizzo del relativo logo. I disagi provocati dalla chiusura senza preavviso della sede potrebbero portare ora alla mancata affiliazione della sede di Mestre e del suo presidente. Lo spiega bene il segretario generale nazionale e referente legale dell’associazione Alessandro Mostaccio. «Il danno di immagine, soprattutto per noi che siamo un’associazione di consumatori, è grosso soprattutto perché quella di Mestre è una sede storica, sulla quale grava una responsabilità maggiore rispetto alle altre», dice Mostaccio, che aggiunge: «Proprio perché ogni sede è autonoma, quel che abbiamo potuto fare una volta informati è stato sollecitare una collaborazione tra Mestre e Verona per trovare in queste settimane una soluzione cuscinetto, come è di fatto avvenuto. Vigileremo nelle prossime settimane sulla piena operatività».
Ora però il rischio è che se la situazione non tornerà presto alla normalità e a causa della chiusura improvvisa della sede e a causa dei reclami che sono giunti fino a Roma il prossimo consiglio direttivo nazionale che si riunirà il 17 e 18 aprile - direttivo di cui fa parte pure Miozzi, e nel quale si preannuncia battaglia - possa votare di non rinnovare l’affiliazione di Mestre. «Ci siamo impegnati», replica la presidente della sede di Verona, Monica Multari «per tutelare i bisogni di tutti gli associati».
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