Movida, a Venezia stop all’ordinanza: «Musica alta fino a tardi, serve estendere le regole»
Scaduta la stretta su alcol e musica voluta dal Comune da luglio fino alla fine di ottobre. Il Comitato: «Ci vogliono i controlli». Costalonga: «Faremo un bilancio con la polizia locale»
Scaduta a fine ottobre l’ordinanza antimovida in città, già si pensa al futuro. Il Comitato danni da movida chiede di nuovo sanzioni più severe, regole certe e soprattutto valide per tutto l’anno.
Finora infatti il Comune ha potuto varare solo ordinanze temporanee: quest’anno le restrizioni (tra cui divieto dopo l’una del mattino di dare da bere a chi non è seduto all’interno del locale o nel plateatico e lo stop alla musica dopo le 23) sono durate quattro mesi: luglio e agosto più la proroga per settembre e ottobre.
E nel frattempo, in città durante un ponte festivo da tutto esaurito come dimostrano le calli intasate, continuano le segnalazioni di comportamenti sopra le righe tra cui i continui addii al celibato e nubilato molesti: non più solo a Rialto, campo Santa Margherita e gli Ormesini, ma anche in campo Santi Apostoli, calle dei Bari e alcune zone di Cannaregio.
«Durante la serata di Halloween», attacca Martina Zennaro, portavoce del Comitato danni da Movida, «in zona Ormesini c’è stata musica a tutto volume anche ben oltre le 23. Esistono dei limiti sui rumori che non vengono quasi mai rispettati, così come il divieto di consumare bevande per strada. Ormai fuori da alcuni locali si raggiungono i 75/80 decibel contro i 40 concessi dopo le 22».
Degli oltre 1050 bar aperti in città, il Comitato punta il dito contro chi, imperterrito, continua a non rispettare i divieti. «Quelli più attenzionati», spiega Zennaro, «sono sempre i soliti 20-30. Le restrizioni previste con le ordinanze devono valere tutto l’anno, sanzioni e controlli devono essere effettivi ed efficaci altrimenti non servono a nulla».
Scaduta l’ordinanza a fine ottobre, ora il Comune è al lavoro per la riproposizione a partire dal prossimo anno. In questi giorni sono in programma una serie di incontri tra l’assessore al commercio, alla sicurezza e i vertici della polizia locale.
«Una volta stilato il bilancio», spiega l’assessore Sebastiano Costalonga, «ci confronteremo con il sindaco. Dal mio punto di vista, l’ordinanza ha prodotto risultati più che positivi, facendo emergere chi continua a non rispettare le regole.
Di recente gli esercenti mi hanno chiesto non cambiare il nome all’ordinanza: a Venezia non si può parlare di movida come se fossimo a Jesolo o Ibiza, quello che stiamo cercando di fare è di creare regole per dare meno fastidio a chi vive in città».
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