Motoscafo plana sulla barena Portegrandi, tragedia sfiorata

La protesta dei residenti della zona: «Le nostre segnalazioni sono inascoltate». Le lamentele riguardano l’assenza di controlli e la presenza di troppi Gran Turismo 

POTEGRANDI. Ancora un incidente in laguna. Nelle stesse ore in cui si piangevano i due pescatori morti tra il Lido e Sant’Andrea, un altro motoscafo è finito per la velocità sulla barena di Portegrandi, alle foci del Sile.



Anche in questo caso, motore potentissimo (115 cavalli) montato su uno scafo in plastica con volante. A bordo un gruppo di giovanissimi. Il conducente, a causa forse ella velocità molto elevata, ha perso il controllo ed è letteralmente “decollato“ dal canale, finendo sulla barena. La foto, scattata da un diportista che passava lì in quegli attimi, documenta del volo fatto dalla barca.

Duro l’impatto con il terreno. Due giovani sono rimasti feriti, trasportati da una barca che seguiva fino a Portegrandi, dove sono stati soccorsi sulla strada dalle ambulanze.

È successo sabato sera, poco prima delle 20. La visibilità era ancora buona, il traffico in quel momento scarso. Forse una bravata di chi guidava, forse la velocità, e la barca si è impennata finendo sull’argine del Silone.

Molti segnalano da tempo le scorribande compiute nei canali della laguna Nord da motoscafi guidati da ragazzini con motori molto potenti. Passaggi ad alta velocità, che provocano onde e una evidente erosione delle sponde e della barena. Un equilibrio durato secoli, che adesso rischia di essere distrutto in pochi anni. Sono evidenti infatti i danni provocati dal moto ondoso ad argini senza difesa, nati per sopportare le correnti e il passaggio di qualche barca a remi.

Non certo un passaggio di traffico autostradale. Soprattutto nel week-end sono migliaia le barche provenienti dai cantieri dell’entroterra e della gronda laguna che percorrono quel tratto di laguna. La pace di un luogo splendido è ormai turbata da motori rumorosi ed inquinanti.

A poppa del motoscafo finito sull’argine sabato sera un potente motore della nuovissima serie «Mercury Pro» da 115 cavalli. A bordo di un mezzo così leggero è capace di arrivare a una velocità di circa 70 chilometri orari. In acqua significa quasi come la Formula 1.

A quel punto basta una distrazione, o un pezzo di legno che va a finire sull’elica, perché il motoscafo perda la rotta e non sia più controllabile. Quello che è successo sabato sera.

«Le nostre segnalazioni purtoppo restano inascoltate», protestano gli abitanti di quella parte di laguna, «da tempo diciamo che qui in alcuni periodi dell’anno il traffico è impazzito e ci sta distruggendo le barene».

Ma la tendenza non si ferma. Megadarsene create a pochi passi dai cami della laguna Nord non possono far altro che spostare migliaia di barche in quell’area. L’assenza quasi totale di controlli in un’area che dipende dall’ex Magistrato alle Acque e dalla Polizia lagunare fa sì che le regole non siamo mai rispettate. Così si corre nei canali e nei ghebbi, a due passi da velme e barene, senza nemmeno pensare che quello non è un canale navigabile portuale ma una parte delicata di laguna. Disturbando la fauna e creano a volte situazioni di reale pericolo. Pochi metri più in là ci sono i mezzi Gran Turismo che ormai solcano indisturbati le acque della laguna Nord, trasportando comitive di turisti con altoparlante dall’entroterra.

Un turismo di massa spostato dal Tronchetto ala laguna. Che produce danni all’ambietne. E anche, come successo sabato, incidenti da «autodromo». —






 

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