Motoscafisti in rivolta contro l'obbligo del Gps
VENEZIA. Gps su ogni barca pubblica per controllare il traffico acqueo. Se ne parla da anni e l'obbligo del Gps è contenuto in una delibera approvata dall'ex assessore della giunta Orsoni, Ugo Bergamo, già dal 2012. Ma non se ne è mai fatto nulla. E adesso la questione torna di attualità e sta mettendo in subbuglio la categoria dei motoscafisti.
Riunioni tecniche sono state convocate in Municipio per i prossimi giorni perché è scaduto anche il termine per la regolazione degli strumenti, previsto dalle ordinanze. Cavillo che aveva fatto slittare l'entrare in vigore dell'obbligo.
"Siamo disponibili a discutere, ma la categoria non è matura per il Gps", dice Luigi Garizzo, presidente della cooperativa Serenissima ed ideatore del primo taxi ibrido a propulsione mista (gasolio-elettrica).
Il nodo Gps torna terreno di scontro tra amministrazione e motoscafisti, che anche su questo tema, come per le ordinanze di febbraio, avevano presentato compatti un ricorso al Tar, chiedendo l'illegittimità del provvedimento. La sentenza è fissata per il 18 novembre.
E prima di allora si cerca una soluzione.
Urgente è ormai una regolamentazione del traffico acqueo e delle velocità. Il numero di passaggi di motoscafi in Canal Grande è aumentato in modo esponenziale, assieme all'aumento dei turisti.
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