Motori truccati sui taxi, 6 a giudizio

In laguna possono circolare solamente barche con motori fino a un massimo di 74 kw. Invece quelli montati sui taxi finiti al centro delle indagini della Capitaneria di Porto avevano una potenza di 184 kw. Ma nei certificati di origine dei motori e nelle dichiarazioni di potenza, secondo il sostituto procuratore Francesca Crupi, tutto risultava in regola secondo quanto previsto per il traffico acqueo a Venezia.
Per quella vicenda in sei sono finiti a processo, dai vertici della società importatrice unica per l’Italia di motori marini Hyundai seasall S250 fino ai titolari dei cantieri navali che hanno montato i dispositivi. Ieri, davanti al tribunale monocratico di Venezia, si è aperto il processo con l’udienza filtro. Gli imputati sono Enzo Galanto (Monopoli, 1981), Cosimo Barnaba (Monopoli, 1956), Giovanni Maria Galanto (Monopoli, 1976), rispettivamente amministratore delegato della “Socoges srl” di Monopoli (società importatrice dei motori), direttore commerciale e componente del consiglio di amministrazione addetto al settore commerciale, tutti difesi dall’avvocato Filippo Spera: per loro l’accusa è di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e per Galanto e Barnaba anche di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni amministrative. Gian Paolo Zorzo (Concordia, 1961), difeso dall’avvocato Gianluca Liut, legale rappresentante della società “Motordiesel” di Portogruaro che commercializzava i motori venduti dalla “Socoges srl” per il mercato veneziano, è accusato di uso di atto falso e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni amministrative. Un’accusa, questa, mossa anche a carico di Moreno Vizianello (Casale sul Sile, 1965), difeso dall’avvocato Marino De Franceschi, legale rappresentante dei “Cantieri Vizianello” di Marghera e Andrea Merlo (Venezia, 1963), difeso dall’avvocato Andrea Niero, titolare di un cantiere nautico a Venezia.
Stando al capo d’imputazione, i vertici della “Socoges srl” avrebbero fornito «certificati d’origine e dichiarazioni di potenza di motori Hyundai con dichiarazioni false in quanto indicanti una potenza non corrispondente a quella reale» per trenta motori montati su altrettanti motoscafi destinati a rii e canali veneziani. Zorzo avrebbe consegnato i certificati agli acquirenti dei motori che a loro volta li installavano sui taxi. Il comportamento degli imputati avrebbe indotto in errore la stessa Direzione mobilità e trasporti del Comune che aveva rilasciato ai tassisti 19 licenze supponendo che la potenza dei motori fosse in regola. Nel corso dell’udienza filtro, le difese hanno sollevato numerose eccezioni. Nessuno si è costituito parte civile. La giudice ha rinviato il procedimento al 14 giugno 2018 quando verranno sentiti i primi dieci testimoni su una lista di cinquanta. (ru.b.)
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