Motociclette e musica per l’addio a Edo

Mira. I tanti amici hanno voluto ricordare così prima del funerale il 21enne morto nell’incidente stradale di mercoledì
Di Alessandro Abbadir

MIRA. La sua auto, la sua moto, la sua musica e tantissimi suoi amici. E poi i compagni di lavoro, gli ex compagni di scuola dell’istituto Musatti di Dolo, i conoscenti. C’erano proprio tutti ieri mattina a Mira nella chiesa di San Nicolò gremita da centinaia di persone, per dare l’ultimo saluto a Edoardo Ascione, il ragazzo di 21 anni morto in un tragico incidente mercoledì all’alba sulla Triestina, dove ha perso la vita anche l’amica di sempre Linda Giorio di 22 anni. Un paese intero ha voluto essere accanto al papà Angelo Antonio, alla mamma Rita e alla sorella Anastasia accompagando Edoardo nell’ultimo viaggio.

«Edo sei stato il migliore dei migliori», ha ricordato dal pulpito un amico, «siamo qui per ricordare una persona speciale, un amico come Edoardo si trova una volta nella vita. Non è giusto che se ne sia dovuto andare così presto. Era una persona speciale, spensierata, generosa», ha ricordato un altro amico commosso.

Il saluto a Edoardo però era cominciato fuori dalla chiesa, all’arrivo del feretro. Ad attenderlo un gruppo di una ventina di giovani che avevano una maglietta bianca con impressi i volti sorridenti e spensierati di Edoardo e Linda. Sul sagrato era parcheggiata la sua auto, un’Alfa 147 rosso fiammante, e la sua moto, una Ducati Monster e un messaggio in dialetto napoletano (Eduardo era di origini campane): «C’è una speranza per vivere, ricordando con le mani alzate, che vale solo per chi resta».

Un gruppo di amici motociclisti ha fatto rombare i motori delle loro moto e poi hanno acceso gli stereo con la musica sudamericana, di cui Edoardo era un grande appassionato. Dentro la chiesa, il feretro è entrato invece accompagnato dalla toccante “Sarabande” di Händel suonata all’organo.

Il parroco di Mira, don Gino Cicutto, ha detto parole che hanno fatto riflettere i tanti ragazzi presenti: «Vita e morte si intrecciano ogni giorno. Non si tratta di viverle come un’emozione passeggera di cui fra un giorno nessuno avrà che un leggero ricordo. Edoardo aveva trovato la sua strada. Dopo le difficoltà scolastiche aveva capito che senza far niente non si resta e si era trovato un lavoro. Un lavoro faticoso che gli piaceva e svolgeva con passione. Qui oggi con la morte di Edoardo se ne va una parte di noi, e di tutti voi. Da qui, dalla spensieratezza e generosità di Edoardo parte un insegnamento preciso: continuare a vivere a scrivere il libro della vita facendo cose belle e giuste». Dopo l’estremo saluto gli amici di Edoardo hanno liberato decine di palloncini in cielo e la tensione si è liberata in un applauso mentre tanti ragazzi e ragazze scoppiavano in lacrime. Eduardo Ascione è stato poi sepolto nel cimitero di Oriago. Lascia il papà Angelo Antonio con cui risiedeva a Fossò, la mamma Rita , la sorella Anastasia, la nonna Cira e il nonno Ermanno.

Martedì alle 15 nel duomo di Mirano le esequie della seconda vittima, la 22enne Linda Giorio.

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