Moto ondoso, sempre peggio dopo 15 anni. «Ogni giorno centinaia d’infrazioni»

Dossier fotografico da 18 pagine di Ambiente Venezia: «Dal 2008 la situazione è peggiorata». Nodo traffico e rive

Eugenio Pendolini

VENEZIA. Diciotto pagine, più di 50 foto. Per dimostrare che negli ultimi 15 anni il problema del moto ondoso non solo non è stato risolto. Ma se possibile si è addirittura aggravato. Un quadro impietoso, quello descritto nell’ultimo dossier di “Ambiente Venezia” realizzato da Luciano Mazzolin, Rossana Cavazzano, Silvana Maddaluno. E non solo per le onde provocate dalle imbarcazioni, ma anche dalle conseguenze ad esse legate.

Un esempio? La riva degli Armeni davanti a Ca’ Zenobio, cade letteralmente a pezzi. Un problema segnalato dai cittadini, secondo cui interi blocchi di marmo si staccano e quotidianamente barche da trasporto continuano ad attraccare, movimentando acqua e sollecitando ulteriormente tutta la parte rovinata. Il timore adesso è che i blocchi si stacchino del tutto e provochino magari problemi alla navigazione, tanto più in un canale trafficatissimo quotidianamente con continui passaggi di barche da trasporto.

Un problema del resto segnalato anche in altre parti della città, basti pensare a palazzo Molin, sestiere San Marco, con un angolo completamente ceduto a causa del moto ondoso. Per non parlare dei fondali, con continui avvallamenti sui margini dei canali. Il livello del medio mare sempre più alto, poi, non aiuta.

Senza adeguata manutenzione, i rischi per la navigazione interna saranno sempre maggiori. Anche perché, come segnala Ambiente Venezia, il problema del moto ondoso sembra tutt’altro che risolto.

Le maggiori criticità riguardano tratti come quello tra Sant’Elena e Certosa, Tessera, Fondamente Nuove e Murano, ma anche canale della Giudecca.

Attraversare questi punti con un semplice barchino diventa sempre più un’impresa a rischio, a causa dei lancioni lanciati a tutta velocità. Per non parlare dei timori di chi voga.

«In barca la velocità massima consentita è di 20 Km/h, contro i 130 per le auto nelle Autostrade a 3 corsie», si legge nel dossier di AmbienteVenezia, «sulle strade una quantità di dispositivi automatici ti multano se superi di 10 Km/h la velocità consentita (l’8% in più circa). Se in laguna superi la velocità consentita di quattro volte (400% in più circa) tutti i giorni, per più volte al giorno, e per lunghi tratti, nel 99, 9% dei casi non ti succede niente. Tutto questo non in posti fuori dal mondo, ma in luoghi sotto gli occhi di chiunque – vedi canale di Tessera o canale San Secondo – dove anche un semplice cittadino potrebbe comodamente filmare centinaia di infrazioni al giorno».

Altro discorso riguarda i rii cittadini, dove il limite di velocità è di 5 chilometri all’ora. Al di là dei casi isolati di sforamento dei limiti, il problema principale sta nel traffico che si viene a creare a causa del moltiplicarsi di barconi da trasporto, taxi e gondole. Stesso discorso anche in alcune “strettoie” del Canal Grande, Rialto su tutte. Le conseguenze? Oltre ai rischi per la navigazione, anche l’inquinamento atmosferico.

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