Moto ondoso, la grana del Gps obbligatorio «Viola la privacy»
«No» al gps». Per il momento il sindaco Luigi Brugnaro non ha intenzione di rendere obbligatorio il sistema di controllo satellitare delle imbarcazioni pubbliche in laguna. Se n’è parlato l’altro giorno in giunta. «C’è la privacy», ha detto il sindaco al suo consigliere fucsia Maurizio Crovato che gli chiedeva interventi sul fronte moto ondoso. Sono state le associazioni dei tassisti a impugnare il provvedimento che introduceva il controllo. Il Tar ha dato loro ragione, ma nessuno ha fatto ricorso in appello. «Con il Gps» ci controllano, «la motivazione». Eppure, stando agli esperti senza un controllo diffuso e continuo la lotta al moto ondoso e al traffico selvaggio si traduce a qualche sceneggiata. Controlli saltuari, le barche che si avvisano via radio. E quando la pattuglia se ne va, si corre più prima , per recuperare il tempo perduto. «L’unico modo per controllare seriamente sono le telacamere e i Gps a bordo delle barche del servizio pubblico», dicono gli addetti al lavori. Il Gps ce l’hanno oggi tutti i vaporetti di Actv, molte barche private e qualche cooperativa di trasporto e di taxi, Alilaguna. Serve non solo per il controllo della velocità, ma anche per sapere in tempo reale la posizione dei mezzi.
Dovrebbe essere introdotto in tutte le barche del servizio pubblico e trasporto merci. Ma il Comune frena. E in tanti anni non ha mai pensato seriamente a limitare il traffico e le velocità.
«E’ vero che il traffico è il sangue che rende viva la città, ma bisogna trovare un equilibrio tra il necessario ed il diritto di circolare», scrive il consigliere Paolo Pellegrini, «non è per controllare i viaggi dei taxisti, ma il tragitto che fanno e la velocità che fanno. La privacy? Ma allora via le telecamere dalle nostre città, via gli autovelox che ci fotografano con eventuali passeggeri, smantelliamo il nuovo centro di controllo di tutte le telecamere al Tronchetto! Anche quelle violano la privacy. I taxisti controllano i loro sostituti con il Gps. Sono concessionari di licenze pubbliche. Abbiamo il dovere di controllarli». —
A.V.
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia