«Mostra sui serial killer le critiche sono infondate»
JESOLO. Mostra sui serial killer, dopo le polemiche sul “turismo macabro” a Jesolo, che seguono le critiche ai corpi plastinati e la ventilata, ma per ora rinviata, mostra sull’Olocausto, la parola agli organizzatori. «Rispetto le opinioni di tutti, ma rimango esterrefatto di fronte ai pregiudizi negativi apparsi su Facebook», dice Mauro Rigoni, «trovo ridicolo che qualcuno creda davvero che un soggetto sia istigato a commettere omicidi visitando una mostra del genere, o peggio che l’esposizione degli oggetti appartenuti agli assassini possa risvegliare l’istinto omicida nella mente di un ipotetico serial killer».
La mostra inizierà alle 10 in punto del 26 dicembre. «Come è possibile», si chiede Rigoni, «ci sia ancora chi fa questo tipo di valutazioni, quando in Italia da anni si è affermato prepotentemente il genere “noir”, a base di suspence, gialli, delitti e polizieschi nei libri, al cinema, in tv e in internet? La mostra sui serial killer rappresenterà invece la prima vasta esperienza diretta e scientifica di contenuti. Capiamo benissimo», continua, «che il tema è molto forte. Saranno mostrate non solo le scene dei delitti, spiegate e supportate dai contenuti culturali delle audioguide gratuite in cinque lingue. Ci saranno lettere autografe che il famoso serial killer Ted Bundy scriveva dal braccio della morte, ma anche veri e propri pezzi di storia criminale come libri e oggetti appartenuti a Cesare Lombroso, pioniere nello studio della criminologia moderna e fondatore dell’antropologia criminale».
«Le statistiche mostrano un dato eclatante: le richieste provengono per l'80% da donne fra i 15 e i 40 anni. Pensavamo che in un target più giovane ma sempre più persone adulte si interessano a questo genere». (g.ca.)
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