Mostra di Tintoretto a Venezia: cappello vietato per motivi di sicurezza

Dopo il maxi-furto dei gioielli, visitatori solo a viso scoperto
Interpress/ M.Tagliapietra.06.09.2018- Palazzo Ducale "Tintoretto ".
Interpress/ M.Tagliapietra.06.09.2018- Palazzo Ducale "Tintoretto ".

VENEZIA. Niente cappello alla mostra di Tintoretto. Oltre alla distanza di sicurezza dalle opere, che vige in tutti i musei del mondo, una nuova regola disciplina il comportamento da adottare nell’Appartamento del Doge di Palazzo Ducale: i visitatori non possono indossare nessun tipo di copricapo.

A suggerire la misura, in questo caso, dev’essere stata l’esperienza. Nelle sale vicine a quelle della mostra dedicata dal maestro del Cinquecento inaugurata il 7 settembre, nel gennaio scorso fu messo a segno il clamoroso furto dei gioielli dei maharaja, proprio da due individui con il volto parzialmente nascosto da un cappello.

Otto mesi più tardi, nell’approntare le misure di sicurezza della mostra che raccoglie una cinquantina di dipinti e venti disegni autografi di Tintoretto, imprestati dai grandi musei internazionali e arrivati sotto scorta, è stato deciso che i visitatori dovessero essere a capo scoperto, in modo da essere subito identificabili dalle telecamere a circuito chiuso del Palazzo dei Dogi.

Venezia, una donna la talpa del maxi-furto al Ducale
Il furto immortalato dalle telecamere


Erano stati proprio i due berretti - di cui uno con la visiera - a nascondere il volto dei due ladri che, in pochi istanti, erano riusciti ad aprire una delle teche della Sala dello Scrutinio e a portare via una paio di orecchini e una spilla in oro, diamanti e platino, per un valore di qualche milione di euro. Grazie al copricapo, l’identificazione dei due uomini era stata più lunga e complessa, fino alla possibile svolta annunciata nei giorni scorsi e sulla quale, al momento, gli inquirenti mantengono il riserbo.

Venezia. Il furto di gioielli a Palazzo Ducale ripreso dalle telecamere di sicurezza


Di qui la decisione di chiedere ai visitatori della mostra di Tintoretto di togliere il cappello. Poco male, a fronte di un’esposizione straordinaria, voluta per festeggiare i 500 anni della nascita del pittore veneziano che fu tra i giganti della pittura europea del XVI secolo. Esposizione che si sviluppa anche alle Gallerie dell’Accademia.

La mostra consente, infatti, di riscoprire la pittura visionaria, audace e per nulla convenzionale di Jacopo Robusti che, figlio di un tintore, seppe sfidare la tradizione consolidata incarnata da Tiziano, sbalordendo e scegliendo di innovare: non solo con ardite soluzioni tecniche e stilistiche, ma anche con sperimentazioni iconografiche che segnarono un punto di svolta nella storia della pittura veneziana del Cinquecento. —

 

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