Mostra del cinema 2016: le trame di tutti i film in concorso

VENEZIA. La Mostra del Cinema edizione 2016 che apre con un musical (“La La Land” di Damien Chazelle, con Emma Stone e Ryan Gosling) e chiude con un western (“The Magnificent Seven”, un classico nel rifacimento di Antoine Fuqua con Denzel Whashington, Chris Patt e Ethan Hawke), ha un cuore che batte per i grandi nomi della cinematografia mondiale: da Wim Wenders con "Les beaux jours d'Aranjuex" (in 3D) nel quale si discetta di amore e libertà, a Pablo Larrain con “Jackie” in cui Natalie Portman veste gli abiti vedovili di Jacqueline Kennedy, a Terrence Malick con "Voyage of time", documentario sul senso della vita, con la voce narrante di Cate Blanchett, e ancora Emir Kusturica con “On the Milky Road” (con Monica Bellucci), Andrei Konchalovsky con “Rai (Paradise)”, François Ozon con “Frantz”, film in costume con l'astro nascente Pierre Niney.
Ecco le trame e i trailer di tutti i film in concorso
LA LA LAND (Stati Uniti, LIONSGATE, Film d’Apertura - Venezia 73), Damien CHAZELLE, con Ryan Gosling, Emma Stone, John Legend, Rosemarie DeWitt, J. K. Simmons, Finn Wittrock
Omaggio alla stagione d’oro del musical americano, il film è una moderna versione della classica storia d’amore ambientata a Hollywood, resa più intensa da numeri spettacolari di canto e danza. È la storia di due sognatori che tentano di arrivare a fine mese, inseguendo le loro passioni in una città celebre per distruggere le speranze e infrangere i cuori.
Mia (Emma Stone), aspirante attrice, serve cappuccini alle star del cinema fra un’audizione e l’altra. Sebastian (Ryan Gosling), appassionato musicista jazz, tira a campare suonando in squallidi pianobar. Tuttavia, quando il successo cresce per entrambi, i due si trovano di fronte a decisioni che incrinano il fragile edificio della loro relazione amorosa.

Damien CHAZELLE (1985, Providence, Stati Uniti) ha scritto e diretto Whiplash (2014), che ha ricevuto cinque nomination agli Oscar e ha vinto tre statuette: miglior attore non protagonista a J.K. Simmons, oltre a montaggio e suono. Whiplash si è aggiudicato sia il Premio della Giuria che l’Audience Award al Sundance ed è stato presentato alla Quinzaine di Cannes. Chazelle ha realizzato il suo primo lungometraggio Guy and Madeline on a Park Bench (2009) quando era studente universitario ad Harvard. Il lungometraggio è stato inserito nella lista dei migliori film dell’anno secondo LA Weekly, The New York Times, The Chicago Tribune, The Boston Globe, per citare solo alcuni.
THE BAD BATCH (Stati Uniti, Annapurna International, Venezia 73), Ana Lily AMIRPOUR, con Suki Waterhouse, Jason Momoa, Keanu Reeves, Jim Carrey, Giovanni Ribisi, Yolonda Ross, Jayda Fink

In una distesa desolata del Texas una comunità di cannibali vive in una realtà quotidiana post-apocalittica. I protagonisti sono Miami Man (Jason Momoa), Arlen (Suki Waterhouse), Jimmy (Diego Luna), The Dream (Keanu Reeves) e The Heremit (Jim Carrey). Dopo l’opera prima A Girl Walks Home Alone at Night (2014), con protagonista una vampira in una città iraniana, la regista Ana Lily AMIRPOUR mette in scena una comunità di cannibali con regole di convivenza e dedita a “normali” faccende quotidiane, come mangiare, parlare e persino amare. Finché qualcuno non sorpassa i limiti consentiti.
Ana Lily AMIRPOUR (1980, Inghilterra) è una regista e sceneggiatrice di origini iraniane naturalizzata americana. Il suo primo lungometraggio A Girl Walks Home Alone at Night (2014), da lei definito uno “spaghetti western iraniano a base di vampiri”, ambientato nell’immaginaria città iraniana di BAD CITY, ha avuto tre nomination agli Indipendent Spirit Awards. Cresciuta in America, si avvicina alla cinematografia girando cortometraggi amatoriali, passione che la porterà fino al Berlinale Talent Campus.
UNE VIE (Francia/Belgio, MK2, Venezia 73), Stéphane BRIZÉ
con Judith Chemla, Jean-Pierre Darroussin, Swann Arlaud, Yolande Moreau
Liberamente tratto dal romanzo Une vie (1883) di Guy de Maupassant (Francia, 1850-1893). Normandia, 1819. Quando ritorna a casa dopo aver ricevuto un’educazione in convento, Jeanne Le Perthuis des Vauds (Judith Chemla) è una giovane donna, ingenua e piena di sogni infantili. Sposa Julien Delamare (Jean-Pierre Darroussin), un visconte locale, che si rivela presto un uomo avaro e infedele.
A poco a poco le illusioni di Jeanne svaniranno. Questa è la storia di un lutto impossibile, quello del paradiso perduto dell’infanzia. Un film storico che racconta il percorso di Jeanne, tra i suoi 18 e 45 anni: la storia di una donna sensibile, troppo protetta e in cerca di emozioni, ma incapace di far fronte alla brutale realtà del mondo.
Stéphane BRIZÉ (1966, Rennes, Francia) è regista e sceneggiatore, noto soprattutto per La loi du marchè (2015), grazie al quale Vincent Lindon si è aggiudicato la Palma d’oro come miglior attore protagonista. Si ricordano anche Quelques heures de printemps (2012), Mademoiselle Chambon (2009), nominato per il miglior film straniero agli Indipendent Spirit Awards 2011, Entre adultes (2006), Je ne suis pas là pour être aimé (2005), Le bleu des villes (1999). Brizè è stato anche produttore, attore e tecnico audiovisivo.
THE LIGHT BETWEEN OCEANS (Stati Uniti/Australia/Nuova Zelanda, DREAMWORKS DISNEY/Leone Film Group, Venezia 73), Derek CIANFRANCE con Michael Fassbender, Alicia Vikander, , Rachel Weisz, Emily Barclay

Tratto dal romanzo The Light Between Oceans (2012) di M.L. Stedman (Australia). Su una remota isola australiana, negli anni successivi alla Prima guerra mondiale, il guardiano del faro Tom (Michael Fassbender) e sua moglie Isabel (Alicia Vikander), vedono cambiare le loro vite quando il mare spinge fino a loro una barca alla deriva con un morto e una neonata. Tom and Isabel sono una coppia già provata da due aborti e un bambino nato morto. Dopo le prime resistenze di Tom, i due decidono di crescere la neonata e di chiamarla Lucy.
Derek CIANFRANCE (1974, Lakewood, Stati Uniti) ha diretto nel 2012 il successo Come un tuono, con Ryan Gosling, Bradley Cooper ed Eva Mendes. Nel 2010 il suo Blue Valentine era al Sundance e in un certain regard a Cannes. Cianfrance aveva esordito al Sundance con Brother Tied (1998), il suo primo lungometraggio girato a soli 23 anni e definito dalla critica “uno dei più suggestivi debutti sulla scena del cinema americano indipendente”. Nel 2003 dirige Streets of Legend (2003), che vince un premio al Sundance e viene nominato Spirits Awards.
EL CIUDADANO ILUSTRE (Argentina/Spagna, Latido Films, Venezia 73), Mariano COHN / Gastón DUPRAT
con Oscar Martínez, Dady Brieva, Andrea Frigerio, Nora Navas, Manuel Vicente, Marcelo D'Andrea, Belén Chavanne, Gustavo Garzón, Julián Larquier, Emma Rivera
L’Argentina di un colto intellettuale espatriato. Un premio Nobel per la letteratura, che vive in Europa da decenni, accetta un invito dalla sua città natale in Argentina per essere premiato. In un viaggio nel cuore della letteratura stessa, l’uomo ritroverà l’affetto e le affinità che ancora lo uniscono al suo popolo, così come le differenze inconciliabili che daranno vita ad un crescendo di violenza, con un risultato inaspettato.
I personaggi dei suoi libri provengono da quella terra, proprio da lì infatti riprendono vita e si ribellano al loro stesso autore. Salas è il paese che lo scrittore porta nel cuore, quello che ha descritto con forse eccessiva sincerità, quello che oggi gli si rivolge contro.
Mariano COHN (1975, Villa Ballester, Argentina) e Gastón DUPRAT (1969, Bahía Blanca, Argentina) sono una coppia di registi, sceneggiatori e produttori. Nella loro carriera si occupano di film di finzione, documentari e serie televisive, opere spesso premiate in festival internazionali. Nel 2008 il loro El artista è in concorso alla Festa del Cinema di Roma. El hombre de al lado (2009) è in concorso al Sundance, dove vince il premio per la miglior fotografia. La loro collaborazione prende il via nel 1999, quando danno vita a Television Abierta, una TV innovativa ed interattiva, co-realizzata dai telespettatori.
SPIRA MIRABILIS (Italia/Svizzera, The Match Factory, Venezia 73), Massimo D’ANOLFI/Martina PARENTI
Documentario

Simile ad una sinfonia visiva, questo documentario vuole raccontare quattro “storie di immortalità”, girate in quattro luoghi differenti del mondo. Gli elementi e la loro percezione si confondono in immagini e suoni. L’obiettivo è rendere la grandiosità delle aspirazioni e dell’agire umano, una visione “umanistica” dei registi che mette al centro l’uomo e la i suoi mirabili tentativi di fare i conti con la morte.
La “meravigliosa spirale”, simbolo di perfezione ed infinito, così definita dal matematico Jackob Bernoulli, deriva da un logaritmo per cui essa si avvolge continuamente intorno al suo polo senza mai raggiungerlo.
Massimo D’ANOLFI (1974, Pescara, Italia) e Martina PARENTI (1972, Milano, Italia) sono una coppia di registi documentaristi, oltreché una coppia nella vita. Nel 2015 hanno realizzato L’infinita fabbrica del Duomo. Hanno vinto il premio speciale della giuria al Torino Film Festival con Il castello (2012), selezionato anche da vari festival internazionali. Anche Si torna a casa (2003) era in concorso al Torino Film Festival. Altre opere realizzate insieme erano I Promessi Sposi (2006), presentato a Locarno e premiato al Festival dei Popoli di Firenze e al Filmmaker Film Festival di Milano, e Grandi Speranze (2009), ancora presentato a Locarno.
ANG BABAENG HUMAYO (The Woman Who Left) (Filippine, Sine Olivia Pilipinas, Venezia 73) Lav DIAZ con Charo Santos-Concio, John Lloyd Cruz, Nonie Buencamino, Shamaine Buencamino, Michael de Mesa, Cacai Bautista
Liberamente tratto dal racconto breve Dio vede quasi tutto, ma aspetta (1872) di Lev Tolstoj (Russia, 1828-1910). “L’esistenza è fragile” dice Lav Diaz, “Alla fine di una giornata, in fondo, noi non sappiamo nulla”. Una storia semplice, ma allo stesso tempo complessa; un’opera sull’esistenza umana, che si chiede “dov’è la logica in tutto questo?”
Un film che vuole spingere il cinema verso il suo ruolo più profondo e grandioso: trovare risposte alle filosofiche domande che ogni spettatore si pone. L’ambientazione a Mindoro, provincia delle Filippine da cui proviene la stessa Charo Santos-Concio, ha reso il momento delle riprese ancora più autentico di quanto il tema del film non fosse in grado di fare.
Lav DIAZ (1958, Datu Paglas, Filippine) è sceneggiatore e regista. Il suo recentissimo Hele sa hiwagang hapis (2016) è stato in concorso per l’ Orso d’Oro a Berlino. Norte, hangganan ng kasaysayan (2013) è in concorso al Festival di Cannes. Nel 2014, al Festival di Locarno, Mula sa kung ano ang noon, vince quattro premi tra cui il Pardo d’Oro. A Venezia vince per due anni consecutivi nella sezione Orizzonti: Melancholia (2008) per il miglior film, e una menzione speciale per Kagadanan sa banwaan ning mga engkanto (2007).
LA REGION SALVAJE (Messico, The Match Factory, Venezia 73) Amat ESCALANTE, con Ruth Ramos, Simone Bucio, Jesús Meza, Edén Villavicencio
Una parabola sociale, che guarda al Messico, ma che vuole anche essere universale. Un film più metafisico del precedente di Amat Escalante, Heli (2013, Miglior Regia a Cannes). Una storia di innamoramenti e disillusioni in una città d’altura messicana.Verónica (Simone Bucio) scende cercando il punto in cui cadde un meteorite che alterò la conformazione della zona.
Allo stesso modo sarà lei ad alterare le vite di Ángel (Jesús Mesa) e Alejandra (Ruth Ramos), giovane coppia che mette alla prova la propria forza di volontà e che, con i due figli, cerca di vincere le avversità.
Amat ESCALANTE (1979, Bercellona, Spagna) è regista e produttore noto per Heli (2013), con cui ha vinto il premio per la miglior regia a Cannes, Los Bastardos (2008) e Sangre (2005). Nel 2010 partecipa alla realizzazione del film Revolución, composto da dieci corti di altrettanti registi, che analizza attraverso i loro occhi cos'è la rivoluzione oggi e cosa significa per le giovani menti messicane: una realtà che torna spesso nell’opera di Escalante. Il regista continua a seguire il fil rouge della quotidianità sfiorata e spesso segnata dalla violenza, mostrando le capacità dei suoi personaggi di reagire.
NOCTURNAL ANIMALS (Stati Uniti, FOCUS /Universal Pictures Italy, Venezia 73, Tom FORD, con Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Michael Shannon, Aaron Taylor-Johnson, Isla Fisher, Armie Hammer, Ellie Bamber, Laura Linney

Tratto dal romanzo Tony and Susan (1993) di Austin Wright (Stati Uniti,1922-2003). Il tempo si fonde con lo spazio. Un libro inscena storie così reali da sembrare vere. La prima parte è incentrata su una donna di nome Susan (Amy Adams) che riceve un manoscritto dal suo ex marito, da cui si era separata vent’anni prima.
La seconda parte racconta la storia contenuta nel manoscritto, intitolato appunto Nocturnal Animals, riguardante le tragiche disavventure di un uomo in vacanza con la famiglia, Tony (Jake Gyllenhaal).
Tom FORD (1961, Austin, Stati Uniti) è alla sua seconda regia dopo A Single Man (2009), in concorso a Venezia 66, che vide assegnare all’attore protagonista Colin Firth la Coppa Volpi; inoltre la stessa opera fu nominata agli Oscar e agli Indipendent Spirit Awards. La sua brillante carriera nel mondo della moda, lanciata dalla direzione del marchio Gucci negli anni Novanta, gli ha fruttato importanti riconoscimenti e la possibilità di fondare il nuovo marchio omonimo Tom Ford. Visionario, innovativo e provocatorio. Ha affiancato recentemente all’attività di regista quella di produttore, fondando la “Back to Black Films”.
PIUMA (Italia , Lucky Red, Venezia 73), Roan JOHNSON, con Luigi Fedele, Blu Yoshimi Di Martino, Sergio Pierattini, Michela Cescon, Francesco Colella, Brando Pacitto, Francesca Turrini, Bruno Sgueglia, Clara Alonso

Una commedia che vuole giocare sui toni dell’ironia e dell’emozione. Il mondo visto da due adolescenti cresciuti in famiglie diverse, ma con gli stessi problemi da affrontare. Il film racconta una storia dell’Italia di oggi, quella di Ferro (Luigi Fedele) e Cate (Blu Yoshimi Di Martino), due adolescenti come tanti alle prese però con una gravidanza inattesa e il mondo che inizia ad andare contromano: la famiglia, la scuola e i fatidici esami di maturità, gli amici impegnati ad organizzare le vacanze, il lavoro che non c’è.
Tra tentennamenti e salti nel buio, prese di responsabilità e bagni di incoscienza, i due protagonisti attraverseranno i nove mesi più emozionanti e complicati della loro vita, cercando di non perdere la loro purezza e quello sguardo poetico che li rende così speciali.
Roan JOHNSON (1974, Londra, Regno Unito) è regista e sceneggiatore italiano di origini inglesi. Il suo secondo lungometraggio Fino a qui tutto bene (2014) è stato presentato con successo alla Festa di Roma. Scrive e dirige sia per la tv che per il cinema. I primi della lista (2011) è il suo primo lungometraggio. Nel 2004 partecipa a Venezia 61, nella sezione Corto Cortissimo con Passatempo. Si è laureato con lode all’Università di Pisa, diplomato in sceneggiatura al Centro sperimentale di Cinematografia di Roma.
RAI (Paradise) (Russia/Germania, ARRI Media International, Venezia 73), Andrei KONCHALOVSKY, con Julia Vysotskaya, Christian Clauß, Philippe Duquesne, Victor Sukhorukov, Peter Kurt
Un film che è un monito: storie di vita quotidiana durante la Seconda guerra mondiale per ricordare “che questo è stato”. Rai (Paradise) è un lungometraggio sui destini incrociati di tre personaggi nel tempo triste di una guerra senza precedenti.
Olga, un’aristocratica russa emigrata e ora parte della Resistenza francese; Jules, un collaborazionista francese; Helmut, un ufficiale di alto rango delle SS. Il significato di questo film è perfettamente espresso dalla citazione del filosofo tedesco Karl Jaspers: “Quello che è successo è un avvertimento. Deve essere continuamente ricordato. Come è stato possibile che accadde una volta, così rimane la possibilità che succeda ancora, in qualunque momento. Solo la conoscenza di ciò che fu può evitare che riaccada”. Sullo sfondo tragico dei campi di concentramento, il motto “ogni vita ha un suo significato”.
Andrei KONCHALOVSKY (1937, Mosca, Russia) esordisce nel 1965 con Il primo maestro, che partecipa in concorso a Venezia, dove Natalya Arinbasarova ottiene la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile. Il titolo successivo, Istoriya Asi Klyachinoy, kotoraya lyubila, da ne vyshla zamuzh (Storia di Asja Kljacina che amò senza sposarsi, 1967) lo fa conoscere a livello internazionale. Sempre del periodo russo è Siberiade (1979). Nel 1984 presenta a Venezia Maria's Lovers (1984), suo primo film americano, un successo internazionale. Nel 1989 esce Tango & Cash, con Stallone e Kurt Russell. Nel 1994 il regista, dopo l'esilio americano, torna in Russia per dirigere Kurochka Ryaba (Asja e la gallina dalle uova d'oro). Nel 2002 partecipa in concorso a Venezia con Dom durakov (La casa dei matti) che vince il Gran Premio della Giuria. Sempre a Venezia nel 2014 vince il Leone d’Argento alla Regia con Le notti bianche di un postino.
BRIMSTONE (Paesi Bassi/Germania/Belgio/Francia/Regno Unito/Svezia, Embankment Films, Venezia 73), • Martin KOOLHOVEN, con Dakota Fanning, Guy Pearce, Emilia Jones, Kit Harington, Carice Van Houten

Una storia di resistenza contro la crudeltà di un inferno terrestre. Liz (Dakota Fanning), è una bellezza selvaggia ma trattenuta, un cuore sensibile e un animo irruento. L’antieroe che la perseguita è Preacher (Guy Pearce), un fanatico vendicativo e diabolico.
Liz è una sopravvissuta, un cuore puro, tuttavia non una vittima, ma una donna capace di sprigionare una forza terribile, che risponde con stupefacente coraggio alla voglia di una vita che, sia lei che sua sorella, meritano di vivere.
Martin KOOLHOVEN (1969, L’Aia, Olanda) è regista, sceneggiatore e attore. Koolhoven ha frequentato diversi corsi volti al settore audiovisivo. Ha studiato regia e sceneggiatura e ha completato la sua formazione presso la Dutch Film and Television Academy. Nel 1999 dirige la premiata serie televisiva Suzy Q, sceneggiata da Frouke Fokkema. Il suo debutto al cinema è Amnesia (2001). Nel 2009 vince con Oorlogswinter (2008) il premio Alice nella Città, nota sezione autonoma e parallela della Festa di Roma dedicata alle giovani generazioni e alle famiglie.
ON THE MILKY ROAD (Na Mlijecnom putu) (Serbia/Regno Unito/Stati Uniti, Wild Bunch, Venezia 73), Emir KUSTURICA, con Monica Bellucci, Emir Kusturiča, Sloboda Mičalovič, Predrag Manojlovič

Un uomo, scosso dal suo destino dopo la morte della moglie, decide di diventare monaco. La storia è ambientata durante la guerra nei Balcani e osserva da vicino l’amore tra due persone che non hanno più nulla da perdere.
Il film è basato sul cortometraggio Our Life, scritto a quattro mani dal regista Kusturiča e da sua figlia Dunja. Il tema principale è la semplice storia d’amore tra un uomo (Emir Kusturiča) e sua moglie (Monica Bellucci), che vivono in una zona montuosa della Serbia. Un film al contempo concettuale e violento. Un film d’amore e un film di guerra. Un lungometraggio in tre parti, come la vita.

Emir KUSTURIČA (1954, Sarajevo, Serbia) è regista, attore, produttore e sceneggiatore. Nel 1981 Ti ricordi di Dolly Bell? vince il Leone d’oro come miglior opera prima a Venezia. Il film successivo, Papà… è in viaggio d’affari (1985), ha vinto la Palma d’oro e il FIPRESCI a Cannes e ha ottenuto una nomination come miglior film straniero agli Oscar. Con Il tempo dei gitani del 1988 ha vinto di nuovo a Cannes come miglior regista. Nello 1998 Black Cat, White Cat è in concorso alla Mostra, dove vince il Leone d’Argento. Arizona Dream (1992), primo film in inglese, con Johnny Depp, Jerry Lewis e Faye Dunaway, vince un Orso d’argento a Berlino. Underground del 1995, invece, gli fa vincere una seconda Palma d’oro a Cannes. Words With Gods (2014), film collettivo, nel quale Kusturica dirige un segmento, è in concorso a Venezia 71.
JACKIE (Stati Uniti/Cile, Venezia 73), Pablo LARRAÍN, con Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Billy Crudup, reta Gerwig, Max Casella, Sunnie Pelant

Natalie Portman è “Jackie” Kennedy. Un ritratto della First Lady elegante e profondo, descritto attraverso i gesti contenuti e fini, la voce sussurrante e leggera. Il tempo torna indietro agli Stati Uniti degli anni Sessanta, includendo anche filmati originari del 1963, che confondono realtà e finzione, sulle tracce di una donna che è diventata un’icona.
Il lungometraggio si distende su periodo di quattro giorni, a partire da poco prima dell’assassinio del marito e presidente americano John F. Kennedy, lungo i primi dolorosi e concitati giorni che seguirono alla tragedia.
Pablo LARRAÍN (1976, Santiago, Cile) è regista, sceneggiatore e produttore. Lo scorso anno vince l’Orso d’argento alla Berlinale con El club. Il suo secondo film, Tony Manero (2007), riscosse un grande successo alla Quinzaine di Cannes e vinse il Torino Film Festival. Il successivo Post mortem è in concorso alla Mostra di Venezia nel 2010 e ottiene il plauso della critica. Nel 2012 è nuovamente alla Quinzaine con No, nominato nella cinquina per il miglior film straniero agli Oscar 2013.
VOYAGE OF TIME (Stati Uniti/Germania, Wild Bunch, Venezia 73), Terrence MALICK
Documentario, voce narrante di Cate Blanchett
Primo documentario di Terrence Malick, è stato descritto dal regista stesso come “uno dei miei più grandi sogni”. Un film di montaggio (tipo Koyaanisqatsi di Godfrey Reggio) che intende mostrare la nascita e la morte dell’universo sconosciuto. Un film che si annuncia fortemente sperimentale e forse il più ambizioso di Malick.
La storia dell’universo stesso, con immagini potenti, dal Big Ben all’era Mesozoica fino al giorno d’oggi e oltre ancora, a partire da un progetto ideato decenni fa. Il film ha due versioni, lunga per le sale con voce narrante di Cate Blanchett, e di 40’ per l’Imax con voce narrante di Brad Pitt.
Terrence MALICK (1943, Ottawa, Stati Uniti) ha esordito nella regia con La rabbia giovane (1973), presentato a Venezia nel 1975, presto un cult-movie tra i cinefili. Il successivo I giorni del cielo è presentato in concorso a Cannes nel 1979. Vent’anni devono passare prima che Malick torni alla regia con La sottile linea rossa (1998), Orso d’oro a Berlino. The New World (2005) è il suo quarto film da regista, seguito da The Tree of Life (2011), Palma d’oro a Cannes nel 2011. L’anno successivo partecipa in concorso a Venezia 69 con To The Wonder. Infine Knight of Cups (2015) è stato in concorso alla Berlinale.
EL CRISTO CIEGO (Cile/Francia, Film Factory, Venezia 73), Christopher MURRAY, con Michael Silva, Bastian Inostroza, Ana Maria Henriquez, Mauricio Pinto
Michael crede di aver sperimentato una rivelazione divina nel deserto del Cile da bambino, un marchio a fuoco sulla sua esistenza. I vicini sono increduli e lo additano come il folle del paese, el Cristo. Una sera, un amico d’infanzia è coinvolto in un incidente in un remoto villaggio.
Michael, appena appresa la notizia, intraprende un pellegrinaggio a piedi attraverso il deserto, convinto di poter curare l’amico con un miracolo. La storia racconta di un viaggio che attraverserà la disperazione di una società afflitta dal bisogno di fede, dalla necessità di ritrovare qualcosa o qualcuno in cui credere.
Christopher MURRAY (1985, Santiago, Cile) è regista diplomato all’università cattolica cilena in Comunicazione Sociale come Direttore Audiovisivo. Il suo primo cortometraggio Quedar (2007) è premiato all’International Student Film Festival. Seguono El Monte de Gabriel (2009), Manuel de Ribera (2010), in cui è co-regista per la prima volta in un lungometraggio, Propaganda (2014). Ha ricevuto numerosi premi e presenta alla Mostra la sua opera prima, sempre fortemente legata alle origini cilene del giovane regista.
FRANTZ (Francia/Germania, AcademyTwo, Venezia 73), François OZON, con Pierre Niney, Paula Beer, Marie Gruber, Ernst Stötzner, Johann Von Bülow, Anton Von Lucke
Una storia d’amore, appena un passo oltre la fine della Grande Guerra. Nel 1919, in una cittadina della Germania, Anna (Paula Beer) si reca tutti i giorni alla tomba del suo fidanzato, caduto al fronte in Francia. Un giorno giunge un ragazzo francese (Pierre Niney), anche lui porta i fiori sulla stessa tomba, quella del suo amico tedesco, compagno nei momenti più tristi, che Pierre cerca di dimenticare.
L’incontro scuote le vite dei due giovani, risollevando dubbi e paure, e costringe ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti. Due protagonisti a cui giovinezza è stata brutalmente strappata dalle mani e che ora cercano maldestramente di recuperare un po’ della serenità perduta.
François OZON (1967, Parigi, Francia) è regista e sceneggiatore. Ozon è in concorso a Venezia 61 con “5X2(Cinq fois deux)” (2004) e a Venezia 67 con “Potiche” (2010). Due volte in concorso a Cannes (2003 e 2013), è stato membro della Giuria di concorso al 62° Festival di Berlino (2012). Si laureò in cinematografia e per poi frequentare la prestigiosa scuola di cinema FEMIS. Ancora studente, inizia subito a misurarsi con la macchina da presa. Ha intrapreso così una carriera in cui emergono, oltre ai titoli già citati, “Regarde la mer” (1997), “Les amants criminels” (1999), “8 femmes” (2002), “Swimming Pool” (2003), “Cinq fois deux” (2004), “Dans la maison” (2012).
QUESTI GIORNI (Italia, BIM, Venezia 73), Giuseppe PICCIONI
con Margherita Buy, Maria Roveran, Marta Gastini, Laura Adriani, Caterina Le Caselle, Filippo Timi, Alessandro Averone, Mina Djukic
Questi Giorni è la storia di un gruppo di ragazze di provincia in età universitaria, l’età in cui le scelte sul futuro si fanno pressanti, difficilmente rinviabili. Una città della provincia italiana. Tra le vecchie mura, nelle scorribande notturne sul lungomare, nell'incanto di un temporaneo sconfinamento nella natura, si consumano i riti quotidiani e le aspettative di 4 ragazze la cui amicizia non nasce da passioni travolgenti, interessi comuni o grandi ideali.
Ad unirle non sono le affinità ma le abitudini, gli entusiasmi occasionali, i contrasti inoffensivi, i sentimenti coltivati in segreto. Il loro legame è tuttavia unico e irripetibile come possono essere unici e irripetibili i giorni del viaggio che compiono insieme a Belgrado, dove troveranno una misteriosa amica e un'improbabile occasione di lavoro.
Giuseppe PICCIONI (1953, Ascoli Piceno, Italia) è regista e sceneggiatore. Alla Mostra si ricordano tre partecipazione nella sezione Nuovi Territori (2003, 2002, 2000), una partecipazione a Panorama Italiano (1993) e una alle Mattinate del Cinema Italiano (1991); inoltre, Luce dei miei occhi (2001) è in concorso a Venezia 58, per cui si ricordano le Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Luigi Lo Cascio e Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Sandra Ceccarelli. Sia nei toni della commedia che del dramma, ha sempre riflettuto sulle conseguenze di amori tormentati, finiti o impossibili, concentrandosi su quelle figure umane ai margini, distaccate dal mondo ma desiderose di farne parte.
ARRIVAL (Stati Uniti, PARAMOUNT, Venezia 73), Denis VILLENEUVE, con Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg
Liberamente tratto dal romanzo Story of Your Life (1998) di Ted Chiang (Stati Uniti, 1967). L’atterraggio di navicelle aliene sulla terra pone un quesito all’umanità intera: guerra o pace? L’esercito chiama in causa un’esperta di linguistica (Amy Adams) per capire se le intenzioni degli invasori siano pacifiche o se, invece, rappresentino una minaccia. Con Forest Whitaker nei panni del colonnello Weber e Michael Stuhlbarg dell’agente Halpern.

Denis VILLENEUVE (1967, Trois-Rivières, Canada) ha presentato con successo a Cannes in concorso nel 2015 il film Sicario con Emily Blunt e Benicio Del Toro. Nel 2010 il suo Incendies viene selezionato alle Giornate degli Autori a Venezia, è nominato agli Oscar come miglior film straniero e viene inserito nella classifica del New York Times tra i migliori 10 film dell’anno. Esordisce nel lungometraggio nel 1998 con Un 32 août sur terre, presentato a Cannes nella sezione un certain regard. Arrival è il suo quarto film.
LES BEAUX JOURS D'ARANJUEZ (3D) (Francia/Germania, Alfama Films/Movies Inspired, Venezia 73), Wim WENDERS Liberamente tratto dal testo teatrale Les beaux jours d’Aranjuez (2012) di Peter Handke (1942, Austria) con Reda Kateb, Sophie Semin, Jens Harzer, Nick Cave

Un uomo e una donna dividono i loro pensieri sull’amore in una notte d’estate. I discorsi della coppia entrano nei meandri dei ricordi e dei desideri non detti. Una sorta di “risposta” di Wenders a Before Sunset di Linklater. Un bel giorno d’estate. Un giardino. Una terrazza. Una donna (Sophie Semin) e un uomo (Reda Kateb) all’ombra degli alberi, un vento leggero d’estate. In lontananza, nella vasta pianura, la silhouette di Parigi.
Inizia un dialogo, domande e risposte tra l’uomo e la donna. Parlano di esperienze sessuali, d’infanzia, di ricordi, dell’essenza dell’estate e di cosa distingue gli uomini dalle donne. Sullo sfondo, nella casa che si affaccia sulla terrazza, uno scrittore (Jens Harzer) immagina il dialogo della coppia e inizia a scrivere. O forse è il contrario? Forse sono i due protagonisti che raccontano ciò che è scritto sulla carta?
Wim WENDERS (1945, Düsseldorf, Germania) ha vinto il Leone d’oro a Venezia nel 1982 con Lo stato delle cose. Ha vinto la Palma d’oro per il film Paris, Texas nel 1984. Autore di cult quali Alice nelle città (1974), L'amico americano (1977) e Il cielo sopra Berlino (1987), Wenders segna con questo film la quinta collaborazione con lo scrittore Handke dopo i film 3 American LPs (1969), The Goalie’s Anxiety at the Penalty Kick (1971), Wrong Move (1975), e Wings of Desire (1987). Ha diretto anche documentari disuccesso come Buena Vista Social Club (1999) e Pina (2011).
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