Mose, un dossier sugli errori tecnici
VENEZIA. Mose da modificare. Un dossier sugli «errori» della grande opera è stato inviato in questi giorni da Vincenzo Di Tella, ingegnere esperto in opere sottomarine, autore della proposta alternativa al Mose “Paratoie a Gravità” al Provveditore alle Opere pubbliche Roberto Linetti e al commissario Giuseppe Fiengo. Contiene studi anche inediti sulle criticità progettuali delle paratoie.
Temi per cui Di Tella si batte da anni. Era stato citato per danni dal Consorzio di Mazzacurati, poi assolto dal giudice per avere esercitato il «diritto di critica». Adesso l’ingegnere torna all’attacco. E con i colleghi Vielmo e Sebastiani ha messo a punto il dossier. Nella nuova stagione della trasparenza, avviata adesso da Linetti e Fiengo, il documento dovrà essere adesso valutato dal Consiglio Superiore dei Lavori pubblici e da tecnici “super partes”.
«Siamo soddisfatti», dice Di Tella, «per anni non hanno ascoltato le nostre obiezioni scientifiche rispondendo con le denunce. Adesso il Provveditore ci ha promesso che quelle critiche, tutte soltanto tecniche, saranno esaminate da un giudice terzo». Secondo Di Tella, il Mose è stato progettato senza tener conto di alcuni fattori importanti. «I calcoli fatti in vasca non sono esatti», ribadisce. «Molti di coloro che dovevano dare giudizi tecnici sul Mose erano a libro paga del Consorzio Venezia Nuova. Dunque i pareri positivi vanno rivisti».
In alcune condizioni estreme le paratoie potrebbero non funzionare, insiste Di Tella, come dimostrato anche dallo studio Principia, commissionato dal Comune di Cacciari nel 2007. «Bisogna intervenire subito sulle parti che non funzionano». Nel frattempo molti fatti hanno dato ragione all’ingegnere. Come la difficoltà della manutenzione, la corrosione dei materiali e delle cerniere sott’acqua, i difetti di funzionamento.
Adesso Linetti ha promesso il confronto pubblico. E il “dibattito pubblico” anche sui progetti alle bocche di porto e i litorali. «I progetti dovranno essere sottoposti a discussione pubblica prima della loro approvazione e attuazione», dice Stefano Boato, ex docente Iuav che da anni studia il problema Mose anche per il ministero per l’Ambiente, «come previsto dal nuovo codice degli appalti del 2016».
La colata di cemento che ha “sconvolto” la laguna e le testate dei litorali interessati dalle dighe del Mose, scrive Boato, dovrà essere inserita con una «progettazione di grande qualità e funzionalità ambientale prima ancora che paesaggistica». Un obbligo per il ministero e il Consorzio, quello di attuare gli interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica. per superare l’Infrazione a cui l’Europa ha condannato il governo italiano per i lavori fatti in violazione delle norme europee nelle aree Sic, il governo italiano ha garantito interventi di compensazione per un totale di 266 milioni. Adesso li dovrà avviare. Ma non con il sistema usato fino ad oggi e con le “finte dune”. Tra le proposte, nuove piste ciclabili, ormeggi, verde, punti di osservazione panoramici.
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