Mose, sei milioni in più per le paratoie

Battaglia sui costi aggiuntivi, un milione per le nuove vernici: riunione urgente per autorizzare il finanziamento mentre rispunta la lunata del Lido: «Sul fondale troppa erosione»

VENEZIA. Sei milioni di euro in più per le paratoie. Un milione solo per le nuove vernici. Arriva l’ennesimo conto supplementare per il Mose. I costi lievitano. E per le paratoie prodotte dalla società croata Brodosplit adesso sono passati da 73,9 milioni (base d’asta) a 80. Anche in questo caso la società – come le grandi azioniste del Consorzio Venezia Nuova commissariato Mantovani, Fincosit e Condotte – è in lite giudiziaria con gli amministratori straordinari.

Adesso per venerdì 30 agosto è stata convocata una riunione urgente del Comitato tecnico del Provveditorato, Che dovrà approvare due progetti con le Varianti e le relative spese: le vernici per le paratoie e il «ripristino» della lunata del Lido.

Due progetti che fanno discutere. Che il provveditore Roberto Linetti ha inserito all’ordine del giorno alla vigilia del suo «fine servizio». Il dirigente delle Infrastrutture infatti andrà in pensione il prossimo 1 settembre. Vernici a prezzo d’oro dunque. Un milione di costo in più che il Consorzio non vuol pagare ai fornitori. E la prospettiva di dovere incrementare ancora i costi della manutenzione. Molte paratoie sott’acqua risultano infatti già deteriorate.

La gara per costruire le paratoie di Malamocco, Chioggia e Lido San Nicolò era stata bandita nel 2014, pochi mesi prima dello scandalo e degli arresti per corruzione. Il costo base era di 73 milioni 900 mila euro per 57 paratoie – 78 meno le 21 già costruite dalla Cimolai di Pordenone. Ma il costo è passato a 77,6. Poi aumentato di altri 2 milioni 700 mila euro.

Adesso si attendono le sentenze definitive. Ma il giudice ha già disposto un pignoramento dei conti del Provveditorato, dando in parte ragione all’impresa produttrice. L’ennesimo groviglio sulle componenti del sistema Mose. Che attende adesso di essere messo a punto, con la sostituzione delle cerniere arrugginite e degli steli, la riparazione delle parti «ammalorate» e la nuova conca di navigazione, costata 380 milioni, troppo piccola e già fuori uso. Un centinaio di milioni previsti a bilancio per la riparazione delle «criticità», che impediscono di avviare il sistema anche quando saranno completati i lavori.

Rispunta anche la famosa «lunata». Costata 43 milioni di euro, crollata il giorno dopo il collaudo per una mareggiata. Dopo sei anni i tecnici hanno stabilito che l’erosione sul fondo è troppo forte, e i lavori vanno rifatti. Anche qui è in atto un contenzioso fra l’impresa Mantovani, che aveva realizzato l’opera, e il Consorzio dei commissari. Ma i lavori vanno autorizzati e pagati. Insomma, un continuo aumento delle spese, insieme al dilatarsi dei tempi.

Non aiuta la crisi di governo, che ha bloccato alcune decisioni. Come il finanziamento per il Comune e la manutenzione ordinaria. Ma anche la nomina del colonnello dei carabinieri Gaetano De Stefano a commissario per lo «Sblocca cantieri».

Il suo nome era stato fatto dal ministro Danilo Toninelli, ma la firma del presidente del Consiglio non è mai arrivata. Rischio di ritardi anche sulla nuova guida del Provveditorato alle Opere pubbliche. Il 1 settembre va in pensione Linetti, e dovrebbe essere il ministro (sempre Toninelli) ad autorizzare la nomina del successore. In questo caso non si tratta di una nomina discrezionale, ma di una scelta fra gli aventi titoli e i dirigenti di prima fascia del ministero.

In prima fila il dirigente Francesco Sorrentino, che vanta una buona esperienza di laguna e sui lavori negli uffici dello Stato. Ma in pista c’è anche l’attuale vice di Linetti, la dirigente Giovanna Zincone. Più difficile la corsa per l’ex responsabile dell’Ufficio salvaguardia Fabio Riva, già a Venezia nei primi anni Duemila. —


 

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