«Mose, paratoie da verificare» Il Senato chiede nuovi esami
«È urgente un ulteriore esame tecnico del comportamento idraulico delle paratoie del Mose». Non sono i comitati, che lo chiedono da anni, ma il Senato della Repubblica a sollecitare un «esame tecnico super partes» sul funzionamento del sistema Mose, in avanzata fase di costruzione. Ieri pomeriggio l’assemblea di Palazzo Madama ha approvato praticamente all’unanimità (212 sì, un no e un astenuto) la mozione presentata dal senatore veneziano Felice Casson. Parere favorevole anche del governo, espresso dal viceministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini. «Il governo accoglie ed esprime apprezzamento», ha detto Nencini in aula.
Una novità importante, accolta con favore anche dai comitati. «Finalmente», plaude Ambiente Venezia, «ci sono molte anomalìe che segnaliamo da anni». Nel suo intervento di presentazione, Casson aveva calcato la mano sull’aspetto della corruzione e delle nuove verifiche tecniche necessarie dopo la scoperta degli scandali. «Più che una grande opera è stata una grande mangiatoia criminale», ha detto, «generatrice di tangenti e finanziamenti illeciti a tutta o quasi la società veneziana: associazioni culturali, partiti, Patriarcato. Un sistema che potrebbe toccare anche le grandi navi da crociera, che continuano a passare per San Marco. In questi anni la storia del Mose e del Consorzio è stata caratterizzata da critiche pesanti e autorevoli, sempre strumentalmente ignorate». Invece negli ultimi mesi, ha proseguito, sono emerse criticità che riguardano la subsidenza e il peso delle grandi strutture di calcestruzzo sui fondali della laguna; la modifica delle correnti e delle maree come denunciato dal professore Luigi D’Alpaos. E poi il grande dubbio, sollevato dalla società di idraulico franco canadese Principia, il cui contributo tecnico era stato richiesto otto anni fa dall’amministrazione comunale guidata da Massimo Cacciari. Dubbi tecnici sull’efficacia delle paratoie, soprattutto in condizioni di mare agitato. Studi e rilievi mai confutati che mettevano in dubbio il funzionamento del sistema. Anche le critiche della commissione Via, alla fine degli anni Novanta e del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, ha proseguito Casson, «sono sempre state ignorate, per l’autoreferenzialità del Magistrato alle Acque e il monopolio del Consorzio, concessionario unico nonostante la legge europea abbia abolito quel tipo di concessione».
Una riflessione sul Mose che dovrà essere fatta a partire dai finanziamenti necessari per la manutenzione, 50 milioni l’anno, c’è chi dice anche di più.
«Perché anche con le dighe», ha concluso Casson, «piazza San Marco sarà sempre sommersa dall’acqua».
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