Mose, nel 2018 lavori per soli 40 milioni «I soldi ci sono, ma non si fanno i progetti»
VENEZIA. Consorzio Venezia Nuova pieno di soldi per terminare il Mose e anche per garantire il primo anno di costi di manutenzione del sistema di dighe mobili alle bocche di porto: in cassa ci sono ben un miliardo e 147 milioni di euro. Ma non bastano a garantire, al momento, il completamento dell’opera, né rispetto del crono-programma che lo prevedeva per la fine dell’anno in corso.
Al 31 agosto infatti le imprese del Consorzio hanno svolto nel 2018 lavori per soli 40 milioni di euro e ce ne sono altri 560 da assegnare. È il quadro desolante dello stato dell’opera che ha tracciato ieri di fronte ai membri della Commissione Ambiente della Camera il provveditore interregionale per le opere pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, Roberto Linetti, ascoltato in audizione sullo stato di avanzamento delle opere e delle attività relative alla realizzazione del Mose.
«I lavori del Mose languono», ha detto Linetti, «nonostante i soldi ci siano in abbondanza per completare l’opera, perché i lavori rallentano e non si fanno nuovi progetti. Capisco le difficoltà dei commissari del Consorzio Venezia Nuova nell’operare con le imprese, ma ci sono ormai da quattro anni e hanno pieni poteri per intervenire, come sottolinea anche una nota dell’Avvocatura dello Stato che scrive che “gli Amministratori Straordinari sono a tutti gli effetti organi del Consorzio di cui devono curare gli interessi nella gestione del contratto stipulato con l’Amministrazione statale», risultandone una controparte».
Una interpretazione però contestata in una lettera al Ministero e all’Avvocatura inviata dai due commissari Francesco Ossola («non lo vedo da febbraio, non mi vuole incontrare», ha detto ieri Linetti a proposto di lui) e Giuseppe Fiengo. Ma Linetti, che ha anche aperto alla proposta di spostare i lavori di manutenzione del Mose dall’Arsenale all’area Pagnan di Marghera - come riferiamo a parte - ne ha avuto anche per le imprese del Consorzio, le tre più grosse: Mantovani, Condotte e Fincosit.
«Se la passano piuttosto male», ha detto il provveditore, «ma buona parte dei lavori mancanti del Mose potrebbero essere tranquillamente svolti dalle altre imprese del Consorzio, molte locali e molto motivate a svolgerli. Una parte dei lavori la cui conclusione è prevista per il 2021 potrebbero essere affidati a loro e anticipati».
Linetti ha inoltre anticipato che la scadenza di fine 2018 per i lavori strettamente legati al Mose non potrà essere rispettata per i ritardi sui lavori della parte impiantistica, mentre potrebbe essere rispettata quella della primavera 2019 per la movimentazione sperimentale delle paratoie. «È necessario inoltre già avviare i primi interventi di manutenzione», ha detto ancora, «per le paratoie da tempo in acqua e dovrà essere interamente rifatto dal Corila il piano morfologico della laguna, fortemente carente anche per il Ministero dell’Ambiente». —
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