«Mose, libro dei consulenti pieno di errori»
L’accusa di Di Tella: «Perché non hanno studiato le fessurazioni dei cassoni?». Cantone ha chiesto chiarimenti
Interpress/Mazzega Vitucci Venezia, 15.10.2014.- Porto Malamocco, varato l'ultimo cassone di sponda del Sistema "Mose".- Nella foto trainato da 4 rimorchiatori a Porto Lido
VENEZIA. «In quel libro scritto dai consulenti del Mose ci sono errori tecnici. Chiediamo un confronto pubblico sulla grande opera, per far luce sui tanti punti oscuri del progetto». L’ingegnere Vincenzo Di Tella è furioso. Ha appena acquistato in libreria il libro degli ingegneri torinesi Fabio Manzone e Sara Cristina Lovisari che parla di Mose. Dentro, ci sono le ultime perizie sulle paratoie e la storia del progetto. I due ingegneri lavorano insieme a Francesco Ossola, commissario straordinario del Consorzio Venezia Nuova e hanno collaborato con lui alla realizzazione di molti progetti, compreso lo Juventus stadium. Adesso la pubblicazione.
Che ha sollevato polemiche e anche la richiesta di chiarimenti del presidente Anac Raffaele Cantone e del prefetto di Roma. Perché l’introduzione del volume, dove sono raccolte le perizie pagate con i fondi pubblici, è firmata proprio da Ossola e dall’altro commissario Giuseppe Fiengo. «Che ne penso? Che grida vendetta», sbotta Di Tella, «è un’apologia del Mose, come se nulla fosse successo in questi anni. Ne parlano in termini entusiastici. E poi ci sono troppi errori».
Quali? «Il più grande» scandisce l’ingegnere, «quando si scrive che gli altri progetti, come il nostro delle Paratoie a gravità, sono stati scartati perché avevano bisogno di un controllo dell’aria. È esattamente il contrario. Le paratoie a gravità hanno la zavorra fissa, il Mose invece va guidato». Secondo «buco», quello sulle prove di sollevamento. «Sono state fatte in condizioni che non sono quelle di esercizio», accusa Di Tella, «le oscillazioni del sistema sono state verificate con un’angolazione bassa, poco più di 30 gradi. E non i 45 gradi previsti». Infine, le «fessurazioni». Una nuova criticità mai affrontata pubblicamente, che emerge proprio dalle perizie pubblicate sul libro.
I grandi cassoni in cemento armato che sostengono le paratoie, già calati sott’acqua, presentavano crepe e fessurazioni. «Nella norma», scrivono gli ingegneri, solo 10 per cento è di entità superiore a quelle previste in fase progettuale». Ma Di Tella non ci sta. «Le fessurazioni sono state lasciate così, e il cassone messo sott’acqua», dice, la norma dice che in questi casi bisogna fare studi e verifiche sulla pressione all’interno del calcestruzzo,. Ma di questi studi non vi è traccia».
Alla fine, l’ingegnere torna a sollecitare il confronto pubblico. Come il Consorzio ha fatto adesso sui progetti complementari alle bocche diporto. «Bisogna discutere anche del funzionamento del sistema», dice, «e queste nuove rivelazioni preoccupano». Sono tanti i punti oscuri su cui adesso Cantone vuol far luce. In primo luogo il libro messo in vendita con dentro le perizie. «Pagate con i soldi dello Stato», dice il Provveditore alle Opere pubbliche Roberto Linetti, «mi sembra alquanto singolare». —
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