Mose, commissari contro le imprese: «I soldi erogati sono finiti altrove»
VENEZIA. Il Mose sarà completato entro il 2020 e collaudato nel 2021. A quel punto inizierà il passaggio di consegne - che durerà un anno - dal Consorzio Venezia Nuova a chi gestirà l’opera: chi sarà, ancor a non si sa. Lo hanno detto ieri i commissari del Cvn Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, in audizione in commissione Ambiente della Camera sullo stato di avanzamento delle opere ed intervenuti anche su criticità, manutenzioni, segnalando una grave mancanza di rapporti trasparenti con le grandi imprese del Cvn: Condotte, Fincosit, Mantovani. Vecchie aziende, nuovi vertici, ma ancora problemi di bilanci che sfuggono ai controlli dei commissari. Fiengo affonda: «Ho cercato di salvare con uno sforzo folle Mantovani, assegnandole 5 milioni di lavori in un anno», dice, «ne hanno realizzati per 300 mila: i soldi sono finiti da un’altra parte, non nelle lavorazioni».
E non sono gli unici soldi spariti. «È un’operazione durissima», prosegue Fiengo, «abbiamo scoperto che noi pagavamo i lavori a una delle tre grandi imprese dell’associazione - che non hanno mai fatto opere, ma solo intermediazione - ma l’Ati non passava i soldi alle ditte in subappalto che hanno lavorato. Ora - vincendo i ricorsi - stiamo cercando di pagarle direttamente noi, altrimenti le imprese medie e piccole andavano a rotoli, con i milioni che finivano nella liquidazione di Fincosit e Condotte in amministrazione controllata oppure nello spezzatino che sta facendo Mantovani, che non ci piace. Stiamo facendo operazioni di salvataggio di aziende che lavorano bene come Fip (all’80% di Mantovani) che ha fatto 9 milioni di lavori per Scarl: soldi che qualcuno si è portato via. D’intesa con il provveditore Linetti e l’ex ministro Delrio abbiamo salvato Thetis e assunto anche i 28 “arsenalotti” di Cav, passati a Comar. Qualcuno aveva preso la valigia ed era scappato».
L’ingegner Ossola si è concentrato sugli aspetti tecnici. «Le opere sono completate al 93%», ha detto scandendo il cronoprogramma, «entro la fine quest’anno saranno posate tutte le paratoie, completando anche San Nicolò. A gennaio 2019 avranno inizio le prove di funzionamento della barriera con impianti in modalità temporanea, in attesa di completare la centrale operativa. Tutto il 2019 verrà destinato ai test di funzionamento delle barriere e al completamento degli impianti tecnologici di controllo e automazione. Da metà 2020 i test definitivi per l’avvio dei sistemi di azionamento barriere, con il completamento di opere edili minori, smobilizzo cantieri, interventi di ricucitura ambientale delle ferite lasciate dai cantieri».
«Nel 2021 cesserà il contratto con Cvn», ha concluso Fiengo, «e tutto sarà consegnato al soggetto gestore. Chi sarà? La tendenza mi pare una agenzia pubblica tra Città metropolitana, Regione, Stato, ma serve una legge. In sede di Finanziaria 2019 bisognerà stanziare i soldi per l’avviamento, mai previsti, ma c’è confronto serio sia con Tesoro sia Mit. Dopo un 2017 in cui 216 milioni erano stati stanziati e mai arrivati, ora mi sento tranquillo». Nei 5 anni commissariati sono stati fatti lavori per 516 milioni, il 10% di costo dell’opera. Confermati 80-100 milioni l’anno per la manutenzione.
«Su mia richiesta giovedì ci sarà l’audizione del Provveditore Linetti e tireremo le somme», commenta il deputato Pd Nicola Pellicani, annunciando un’interrogazione urgente, «Fiengo ha sparato a zero sulle tre imprese. Dove sono finiti i soldi? Urgono risposte». —
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