Mose, bolletta Enel da 6 milioni di euro: Sarà difficile finire i lavori nel 2021
VENEZIA. La bolletta della luce per far funzionare il Mose costerà sei milioni di euro l’anno. Altri sei serviranno per costruire la centrale e i gruppi elettrogeni. Lavori che si stanno compiendo. Ma che non basteranno a far concludere l’opera nei tempi previsti, entro il 2021. Sono alcune delle novità contenute nella relazione finale della commissione Ambiente della Camera, conclusa in questi giorni e inviata al governo e al presidente dell’Anac Raffaele Cantone. Lavoro che riassume i risultati delle audizioni e del sopralluogo in laguna del 28 marzo scorso, con il presidente Alessandro Manuel Benvenuto e i deputati Traversi (M5s), Pellicani (Pd), Cortelazzo (Fi), Andreuzza (Lega).
Manutenzione .Uno dei problemi rilevati dalla commissione e segnalato dai commissari e dal provveditore Linetti riguarda la manutenzione. La pulizia dei fondali per evitare depositi come quelli che hanno causato il blocco della schiera di Treporti e gli impianti per togliere l’umidità dalle cerniere, già sottoposte a corrosione.
Tempi e cause. La commissione fa propria l’analisi del Provveditore Roberto Linetti che reputa «estremamente difficile che i tre anni di sperimentazione, già previsti alla fine del 2018 possano iniziare nei prossimi mesi così da consentire la consegna dell’opera nel 2021 come previsto». «Il ritmo di produttività dei cantieri nel 2018», si legge nella relazione, «è di 90 milioni di euro. Difficilmente potrà arrivare ai 900 milioni di lavori previsti in tre anni». I lavori vanno a rilento «per le limitate capacità progettuali del Consorzio Venezia Nuova, dopo le vicissitudini giudiziarie delle sue grandi imprese, con contenziosi e richieste di risarcimenti danni ancora in corso».
La gestione. Il nodo centrale riguarda la gestione futura del sistema, con i costi e la catena di comando. «Allo stato», si legge nella relazione, «non risulta presa alcuna decisione a livello istituzionale su tale tematica». Un sistema complesso, che prevede il passaggio all’ente gestore di 700 mila pagine di documentazione, firma di protocolli, istruzioni Decisioni che dovranno riguardare anche i riflessi su traffico e ambiente.
Le chiusure e le conche. Nella relazione si parla della possibilità di chiudere le paratoie mobili quando la marea supera i 100 centimetri sul medio mare per un tempo medio di tre ore. In alcuni casi le barriere potrebbero rimanere chiuse anche per 21 ore. «A 100 centimetri si allaga comunque il 12 per cento del territorio di Venezia, compresa piazza San Marco», continua la relazione, «se si volesse evitare tale effetto il sistema dovrebbe essere attivato già con una previsione superiore ai 65 centimetri». Ipotesi improbabile, perché occorrerebbe chiudere la laguna in media un giorno sì e uno no, con gravi conseguenze ambientali».Duro il giudizio del comandante della Capitaneria di porto, Piero Pellizzari, sulle conche di navigazione. «Dovrebbero fungere da uscita di emergenza per le navi», scrive, «ma hanno tempi di funzionamento incompatibili con le esigenze di tempestivo intervento». Il presidente Musolino critica anch’egli le conche costate 50 milioni di euro e «invita a ragionare sulla piattaforma off shore»
San Marco e Marghera. Le esigenze di finanziare interventi a protezione della Basilica vengono citate dopo le segnalazioni del procuratore Carlo Alberto Tesserin. Inoltre 250 milioni di euro mancano all’appello per il completamento della bonifica ambientale dell’area industriale. —
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