Mose, affondato ieri l’ultimo dei cassoni Dighe pronte nel 2017

Il presidente Fabris: «Giornata storica». La festa degli operai Il Consorzio scrive al Governo: «Opera da avviare insieme»
Di Alberto Vitucci

Affondato a Malamocco l’ultimo dei 35 cassoni del Mose. Adesso tutto è pronto per l’installazione delle paratoie, per cui il Consorzio Venezia Nuova ha già bandito una gara internazionale. «Il Mose sarà consegnato nel 2016», ha detto ieri soddisfatto il presidente Mauro Fabris, «le paratoie potranno funzionare nel 2017».

Ci vorranno ancora tre anni, dunque. Ma ieri, per i dirigenti e gli operai delle ditte è stata una giornata di festa. Lontana dalle polemiche e dalla bufera giudiziaria. «Un giorno storico», dice Fabris, «abbiamo rispettato al millimetro il progetto e anche il cronoprogramma». L’ultimo bestione, costruito due anni fa sulla spiaggia di Santa Maria del Mare, è stato calato sul fondale della bocca di Malamocco ieri mattina. Operazione durata una notte intera, approfittando delle condizioni di mare «ferma», cioè in fase di quadratura. Quaranta centimetri al minuto e il cassone di spalla, 26 metri per 60 e profondo 20, 16 mila tonnellate di calcestruzzo, è stato affondato a una profondità di meno 28 metri e agganciato con precisione millimetrica agli altri cassoni sul fondo. Sott’acqua passeranno le condutture e saranno agganciate le cerniere che dovranno tenere le paratoie. 21 sono già state sistemate nella bocca di Lido, lato Treporti. Adesso toccherà alle altre 57, per cui sarà bandita la gara europea.

«Tempi lunghi? Ma quando si va a gara si deve sapere che esistono questi rischi», avverte Fabris, fiducioso che il Cipe stanzierà presto i 400 milioni della Legge di Stabilità 2013. In caso di ricorsi di un’impresa i tempi potrebbero allungarsi ancora.

«Sono i vantaggi della concessione unica», continua il presidente, «e non è vero che i prezzi sono più alti. Chi vince una gara poi magari ci aggiunge le riserve e gli aumenti in corso d’opera e poi alla fine non si risparmia». Ora c’è da verificare se la grande opera funzionerà e quali saranno i costi della sua gestione e manutenzione. Tema delicato, perché sono in molti a chiedere che anche la fase operativa venga affidata con gara europea. «Abbiamo avanzato una nuova proposta al ministero», ha rivelato ieri Fabris, «siamo disponibili a fornire in anticipo gli elementi per avviare una pre-gara. E ad essere affiancati nei due anni di avvio previsti dal contratto, dalle imprese che il governo avrà individuato. Più di così...»

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