Mose, 100 milioni l'anno per la manutenzione. Pagheranno i turisti
Il governo punta a un commissario straordinario e a gare al massimo ribasso. I fondi verranno da una "tassa di scopo" a carico dei visitatori giornalieri di Venezia
VENEZIA. Il Commissario straordinario per il Mose di Venezia “assume direttamente le funzioni di stazione appaltante” e opererà “in raccordo con la struttura del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche per il Veneto, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia” , l’organismo subentrato dopo l’abolizione del Magistrato alle Acque. Lo prevede l’emendamento del Ministero dei Trasporti allo Sblocca cantieri, per il completamento e l’avvio del sistema di dighe mobili a tutela di Venezia.
La dotazione finanziaria verrà “anche attraverso l’introduzione di un’apposita imposta di scopo”. Per il Commissario, oltre che dalla tassa di scopo, l’emendamento prevede che la dotazione finanziaria sia costituita dalla partecipazione economica diretta delle Amministrazioni e Enti che la detengono: Mit, Mibac, Mipaaft, Regione Veneto, Città Metropolitana di Venezia, Comune di Venezia e Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale.
Il testo dell’emendamento prevede che la nomina del Commissario avvenga entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, con decreto del Presidente del Consiglio su proposta del Mit e d’intesa con gli Enti interessati.
L’emendamento del Mit alla legge Sblocca cantieri per il Mose di Venezia prevede lo sblocco di 265 milioni di euro fino al 2024 per le opere di Salvaguardia della Laguna.
In particolare, viene specificato che 25 milioni di euro riguardano l’anno 2018, mentre 40 milioni di euro vengono previsti per ciascuno degli anni dal 2019 al 2024. Le risorse verranno destinate ai Comuni della laguna di Venezia dal Comitato per la Salvaguardia (’Comitatone’), mentre per le annualità 2018 e 2019 con decreto del Mit, sentiti gli Enti attuatori.
Il costo per la gestione e la manutenzione del Mose stimato in circa 100 milioni di euro all’anno, “che potrebbe trovare utile copertura mediante una compartecipazione finanziaria da parte delle Amministrazioni e degli Enti a vario titolo interessati al corretto funzionamento del Sistema”.
Il capitale sociale della Società pubblica, secondo il Mit, proverrebbe dallo stesso dicastero, da Mef, Mipaaft, Mibac e Regione Veneto, con 15 milioni di euro ciascuno; da Città metropolitana e Comune di Venezia con 10 milioni ciascuno, e dall’Autorità di sistema portuale con 5 milioni.
La dotazione finanziaria avverrebbe con l’introduzione di un’imposta di scopo con ricavato vincolato a questo fine “e che andrebbe a gravare – si legge nella relazione – sui turisti, anche giornalieri, di Venezia quali beneficiari ultimi del servizio di difesa della laguna, tenendo in debita considerazione che la Città di Venezia conta circa 28 milioni di presenze turistiche all’anno”.
Il soggetto pubblico per il Mose di Venezia potrà “esperire una gara pubblica al massimo ribasso per l’affidamento del servizio di gestione, con disciplinare e capitolato tecnico elaborati dal locale Provveditorato alle opere pubbliche” . ”Ci consentirebbe – precisa la relazione – di individuare un soggetto gestore in possesso del necessario know-how per una corretta ed efficace gestione del sistema Mose, anche ai fini della programmazione degli interventi di manutenzione che nel prosieguo dovranno sostenersi”.
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