Morto uscito dall'ospedale, la famiglia vuole la verità

Parla la sorella del 66enne deceduto dopo la dimissione dal Pronto soccorso «Nessuno ci ha avvisati». Il cellulare trovato casualmente da un runner

MESTRE. «Il cruccio della moglie è che Daniele è morto in strada da solo, come un cane. Vogliamo la verità». Lo chiede Alessandra Rizzardini, sorella del 66enne ex direttore d’albergo trovato morto alla fermata del bus di fronte all’ospedale dell’Angelo all’una e mezza di domenica, dopo che a mezzanotte era stato dimesso dal pronto soccorso. Sulla tragedia il pm Stefano Buccini ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, indagando il medico del pronto soccorso che ha seguito il 66enne. Domani l’autopsia.

«Sabato mattina mio fratello non stava bene, tanto che la moglie Domnica gli aveva detto di andare a farsi visitare. Nel pomeriggio vicino alla tabaccheria in piazza Sant’Antonio si era accasciato», racconta la sorella, «Soccorso da alcune persone, Daniele aveva deciso di rientrare a casa. Nel tragitto era caduto ancora ed era stato portato all’Angelo in ambulanza. Ci dicono sia uscito verso mezzanotte, di lui non abbiamo più saputo nulla».

La moglie di Rizzardini, di professione badante, lavora di pomeriggio e di notte. Daniele non l’aveva avvisata che era stato portato in pronto soccorso. Domenica mattina la donna, rientrata a casa, non aveva trovato il consorte. Pensando che avesse seguito il suo consiglio, si era presentata all’Angelo. «Intanto provava a chiamare il marito al cellulare, nessuno aveva avvisato di cosa fosse successo», prosegue la sorella, «Ad un certo punto aveva risposto un runner che si allenava nei pressi dell’ospedale ed aveva sentito il cellulare che suonava ripetutamente».

Peraltro il telefonino è stato rinvenuto non alla fermata del bus dove è morto Rizzardini, ma nei pressi di un fossato non distante. Forse, dunque, l’uomo era caduto ancora prima di morire. Solo quando la moglie del 66enne era tornata in pronto soccorso, qualcuno le aveva consigliato di chiamare la polizia. Poi la tragica scoperta. «Non sappiamo se mio fratello abbia firmato per uscire o sia stato dimesso. Non vogliamo incolpare i medici, serve l’autopsia. Ma vogliamo la verità», chiarisce Alessandra Rizzardini che dà voce anche ai tormenti della moglie, la quale non concepisce come una persona che era caduta più volte nelle ore precedenti sia stata dimessa nel cuore della notte senza almeno che fosse accompagnata da qualcuno. L’Usl aveva fatto sapere che «Le visite e gli esami non avevano evidenziato elementi di urgenza. Il paziente, nonostante la proposta dei medici di un ulteriore periodo di osservazione, ha chiesto di essere dimesso».

Ieri, ottenuto il permesso per vedere Daniele, i familiari si sono presentati in obitorio, dove però in prima battuta è stata mostrata loro la salma sbagliata. Un’esperienza choc specie per la moglie. Il corpo, secondo i parenti, presenta una piccola escoriazione in fronte e ferite su entrambe le tempie. I familiari vogliono capirne l’origine. Le prime risposte potrebbero arrivare già domani dopo l’autopsia eseguita dal medico legale Antonello Cirnelli. —


 

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