Gregorio, morto in moto a 16 anni, aveva vinto la leucemia

Il ragazzo aveva lottato a lungo contro la malattia ed era guarito. Il dolore della sorella: «Per me lui è stato il regalo più grande, era troppo buono»

 

Marta Artico
Gregorio Bertoli, morto a 16 anni
Gregorio Bertoli, morto a 16 anni

«Ho sempre voluto un fratellino, continuavo a chiederlo ai miei genitori e finalmente nel 2007 nella letterina di Natale sotto l’albero, c’era scritto che sarebbe arrivato lui. Gregorio è stato da sempre il mio regalo più grande».

Giorgia, la sorella maggiore di Gregorio Bertoli, il giovane di appena 16 anni morto lungo via Asseggiano, mentre stava rincasando assieme a una amica in sella al suo cinquantino, ricorda la bontà del fratello, il suo amore per la vita e per le moto. L’ultima vacanza assieme, il dolore che ha trafitto la famiglia. «Potrei parlare per ore di lui» racconta «della sua sensibilità».

E del suo coraggio. Gregorio quando aveva otto anni, si è ammalato di leucemia, ma grazie alle cure dell’ospedale di Padova e alla forza infusa dalla sua famiglia, è riuscito a guarire e superare le difficoltà.

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Dopo aver frequentato asilo elementari e medie a Spinea, si era iscritto all’istituto salesiano San Marco, successivamente, vista la sua passione per la meccanica e l'elettronica, così come per i lavori in cui oltre alla testa si dovevano usare le mani, da inizio anno era passato ai Giuseppini del Murialdo di Mirano, dove aveva intrapreso un progetto scolastico e lavorativo che incontrava la sua passione.

«Ho sempre voluto un fratellino» racconta ancora Giorgia dal giardino dell’abitazione di Spinea, «lo ripetevo sempre a mia mamma, fino a che un Natale, quello del 2007, sotto l’albero la letterina in cui mi dicevano che sarebbe arrivato il mio regalo più grande».

A luglio il giovane avrebbe compiuto 17 anni, il cinquantino lo aveva da quando ne aveva solo 14. Stare in sella alla moto era la sua grande passione.

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Gregorio Bertoli è morto a 16 anni

L’incidente

Mercoledì 29 gennaio sera veniva dalla casa della giovane che era in sella con lui, avevano cenato assieme, poi alle 20.30 stavano tornando a casa, lungo via Asseggiano, quando la moto si è scontrata con violenza contro il suv Porsche nero che stava svoltando in via Angiolieri, disarcionando i due giovani. Il resto, è cronaca di un dramma. I sogni e le speranze di Gregorio, si sono spezzati nell’asfalto della strada, nel tratto tra i due passaggi a livello, subito dopo un rallentatore. Inutile il lungo tentativo di rianimazione da parte del Suem 118.

«Dieci anni fa aveva avuto la leucemia, ma era guarito. Era un ragazzo solare, troppo buono, sensibile». Quando aveva compiuto nove anni, durante il periodo della malattia, la famiglia gli aveva regalato un bulldog francese, che lui aveva chiamato Stitch, come il simpatico protagonista del film d’animazione della Walt Disney. «Stitch era stato il suo regalo di compleanno quando era malato, glie lo avevamo portato al campo scuola come sorpresa ed era rimasto felicissimo».

Mercoledì sera i genitori erano fuori. La sorella in trasferta di lavoro a Bologna. Ma il giovane, a casa non è mai arrivato. È morto poco lontano, lungo la via del ritorno.

L’ultima vacanza in montagna

Riaffiorano i ricordi più belli: «Un mese fa siamo andati tutti insieme in montagna, ad Asiago. Da piccolo aveva male alle gambe, faceva due piste e poi smetteva. Ma questa volta continuava a ingranare piste, non voleva smettere ed io ero stanchissima».

Momenti felici, impressi nella memoria e nel cuore. «Era spiritoso, amava farmi scherzi di ogni genere». Giorgia lo ha visto l’ultima volta martedì sera: ieri mattina è andata via presto, per motivi di lavoro, mentre lui ancora stava dormendo.

La famiglia il 30 gennaio mattina si è recata all’obitorio, per vedere Gregorio, poi nel luogo dell’incidente, dove la moto e la macchina si sono scontrate, all’angolo tra via Angiolieri e via Asseggiano. Qui, vicino all’albero, è stato posato un lumino, rimasto acceso per tutto il giorno. «Siamo straziati da dolore» dice infine la ragazza. La madre non se la sente, di parlare. Troppo grande la tragedia, troppa la sofferenza per quel suo figlio che aveva superato la battaglia più dura, il suo «guerriero» come lo ha definito in tanti post nel suo profilo Facebook, che grazie all’amore della famiglia era riuscito a continuare a vivere con il sorriso sulle labbra, lasciandosi il passato alle spalle.

La scuola

«La comunità formativa di Engim Mirano è addolorata per la scomparsa prematura di Gregorio. Gli studenti e tutto il personale della scuola si stringono con affetto alla famiglia. Questa mattina, tutta la scuola osserverà un minuto di silenzio per rivolgere un pensiero, un caro saluto a Gregorio» ha scritto in una nota Massimiliano Cacco, responsabile di sede.

Il funerale del ragazzo si terrà sabato, nella chiesa di Santa Bertilla, alle 10.30. La famiglia chiede di devolvere eventuali offerte all’associazione “Il sorriso di Giovanni”. —

 

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