Morto Mario Gaggiato, 87 anni dal ristorante creò l’albergo

MESTRE
«Aveva superato l’operazione alle coronarie, ma durante la convalescenza ha contratto il virus e nell’ultima seduta di dialisi il cuore non ha retto». Così se n’è andato lunedì mattina Mario Gaggiato, 87 anni, storico ristoratore e albergatore veneziano. A ricordarlo è il figlio, Otello, che ha ereditato la sua passione per l’imprenditoria e lo spirito combattivo. Mario Gaggiato aveva avviato l’attività a Tessera, in via Triestina, a due passi dall’aeroporto Marco Polo, nel 1948. Prima il bar e ristorante da Mario e dopo il Flyhotel, meta di turisti, ma soprattutto di clienti business, in Veneto per affari. Negli anni Gaggiato ha ristrutturato più volte l’hotel, ma non ne ha mai modificato il nome. Dal 2000 le redini dell’attività sono passate al figlio Otello che poi nel 2004 ne ha modificato il nome, in Courtyard by Marriott, avviando di fatto il primo Marriott hotel in Italia. Il nome del ristorante dell’hotel è però sempre rimasto lo stesso, “da Mario” , a ricordare chi di fatto ha dato il via a tutta l’attività di famiglia. Il padre infatti è sempre rimasto un punto di riferimento nel mondo dell’imprenditoria veneziana. «Mio padre aveva diverse patologie ma era ancora in gamba», spiega Otello Gaggiato, «una ventina di giorni fa si era operato a una coronaria, ma aveva superato bene l’intervento. Purtroppo durante la degenza deve aver contratto il virus perché quando è stato dimesso, pur non avendo visto nessuno e senza uscire di casa, ha manifestato i sintomi del Covid. Dopo qualche giorno è stato di nuovo costretto a ricoverarsi per problemi di respirazione, ma non è mai stato intubato perché le condizioni non erano gravi, gli era sufficiente un po’ di ossigeno. Lui si sentiva bene tanto che il giorno prima gli avevo promesso di portarlo a casa. Poi lunedì mattina ha fatto la dialisi e il suo cuore non ha retto, ha subito un infarto fatale».
Gaggiato era originario di San Liberale, piccola frazione di Marcon, e aveva sempre vissuto a Tessera. Negli anni aveva stretto amicizie con molti colleghi, ma anche con molti militari e agenti delle forze dell’ordine che ogni tanto tornavano a trovarlo per quattro chiacchiere e un saluto. Lascia la moglie Loredana, il figlio Otello, due nipoti e tre pronipoti. «Era un uomo buono», ricorda il figlio, «ha sempre fatto del bene e diceva che chi ha ricevuto del bene deve ricordarselo e a sua volta aiutare gli altri. Era un gran lavoratore. Divideva il suo tempo tra l’attività e la famiglia, come si faceva una volta, senza farsi distrarre da hobby o passatempi». I funerali si terranno domani, alle 11, nella chiesa di Santa Maria Assunta, a Tessera. —
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