Morto Lino Toffolo, Venezia piange il suo cantore comico

VENEZIA. “Non ho tempo per imitare Moliere (morto in palcoscenico) ho troppe cose da fare!” aveva scritto qualche anno fa su Facebook in occasione del rinvio delle repliche dell’ ultimo spettacolo da lui scritto, diretto e interpretato “Lei chi è”, un curioso lavoro in cui vestiva coraggiosamente i panni di un malato di alzheimer .
Lino Toffolo, l'attore e comico simbolo di Venezia, è morto nella notte di mercoledì: da tempo sofferente di cuore, negli ultimi tempi aveva subito una doppia operazione per una frattura al polso, che però non gli aveva impedito di seguire e salutare il pubblico all'ultima Vogalonga, affacciandosi dalla terrazza di casa (come si vede a metà del video)
L’attore, regista, musicista era nato a Murano nel 1934: ha sdoganato l'uso del veneziano sulla ribalta nazionale.
Aveva iniziato giovanissimo alla fine degli anni Cinquanta come attore e cantautore , collaborando alla stesura dei testi di una fortunata trasmissione radiofonica, “El listòn”, da cui nacque il rapporto professionale con Bepo Maffioli che lo fece approdare al teatro,per la precisione al Festival di Asolo prima come autore delle musiche de “Il povero soldato” da Ruzante, poi anche come attore ne “La politica dei villani “ del Pittarini. Da Venezia ed Asolo al Derby di Milano , dove fu uno dei protagonisti della stagione che vide l’affermazione del cabaret: le collaborazioni con Enzo Jannacci, Bruno Lauzi, Cochi e Renato, Massimo Boldi nella Milano da ridere del Derby.
Toffolo è stato protagonista sui palchi del teatro, in televisione e anche al cinema: la seconda metà degli anni Sessanta e gli anni Settanta sono il periodo che lo vede frequentare intensamente il grande schermo diretto da Samperi, Celentano, Monicelli e Dino Risi. Nella sua carriera 25 film - il primo diretto da Lina Wertmüller - accanto a Mastroianni in Culastrisce nobile veneziano, a Gassman in Brancaleone alle crociate di Monicelli, a Adriano Celentano in Yuppi du, ambientato proprio a Venezia. Lavora anche con Dino Risi in «Telefoni bianchi».
In teatro recita Goldoni, Ruzzante e porta le sue commedie. Tutti i bambini negli anni Ottanta - e ancor oggi - cantavano il suo "Johnny Bassotto", la più celebre delle sue pur note canzoni
Pur continuando sino a qualche anno a fare il conduttore televisivo e l’attore (l’ultimo suo impegno televisivo è stato nella ripresa del film di Magni “In nome del Papa Re” con Gigi Proietti) si concentra sull’attività di commentatore di costume e di autore e regista per la prosa, portando in scena suoi” one man show”, affiancato dal figlio Paolo, musicista, e testi come ” Gelati caldi» e «Fisimat».
Lascia la moglie Carla e tre figli.
"Persona che ha dato sorriso a questa città, lo omaggeremo nel migliore dei modi", ha subito commentato il sindaco Luigi Brugnaro.
"Te ne sei andato con ’bela grazià, come il Tonin del ’tuo Goldoni, abitando il piccolo e grande schermo senza mai perdere la tua carica di energia e di umanità", l'omaggio del presidente del Veneto, Luca Zaia, "ci lasci in eredità caratteri indimenticabili, che ci continueranno a parlare del tuo amore per la vita, per Venezia, per la lingua e la cultura veneta, e delle grandezze e delle miserie della condizione umana"
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