Morto a quattro anni due ginecologi nei guai
Il piccolo Matteo Canuto era morto all’ospedale dell’Angelo a quattro anni e mezzo: per i due medici che hanno firmato la consulenza per conto del pubblico ministero di Venezia Paola Mossa il suo decesso è stato conseguenza diretta delle gravissime lesioni patite durante il parto e proprio per questo la rappresentante della Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo per due ginecologi di Villa Salus, dove la madre del piccolo aveva partorito nel 2007.
Si tratta dei due medici, Paolo Larosa e Cosimo Capoti, che avevano seguito il parto della madre di Matteo Francesca Libera che con il marito abita a Gardigiano. Buona parte della sua vita Matteo l’ha trascorsa nel reparto di Pediatria dell’Angelo e a raccontarlo al nostro giornale era stata la madre immediatamente dopo la sua morte: «La storia di mio figlio» aveva spiegato, «è davvero complicata. Matteo, da subito, con il parto è andato incontro a un gravissimo problema di asfissia che ha provocato pesanti danni al cervello e alla sua crescita. Per quello che è successo, abbiamo fatto causa alla struttura ospedaliera di Villa Salus, perché riteniamo che in quella occasione si siano verificate gravi mancanze. Con il tempo, però, la vita di Matteo, anziché migliorare, si è sempre più complicata. Il bambino ha avuto sempre più bisogno di ricoveri in ospedale per l'aggravarsi della forma di asfissia che lo ha portato a una grave tetraplegia. Al reparto di Pediatria dell'ospedale di Mestre, però, abbiamo trovato sempre personale preparatissimo e che ha sempre dato, oltre alle cure, anche tantissimo amore a Matteo».
Immediatamente dopo il parto, i genitori di Matteo avevano presentato un esposto alla Procura, ma alla fine era finito in archivio, quando il bambino è morto ne hanno presentata un secondo e questa volta l’indagine è andata avanti, anche perché il pubblico ministero ha subito incaricato due medici legali di compiere l’autopsia, di acquisire tutte le cartelle cliniche che riguardano i ricoveri del piccolo in ospedale durante la sua breve vita. Alla fine i due consulenti della Procura non avrebbero avuto dubbi, sostenendo che il nesso causale tra le lesioni patite durante il parto per la negligenza dei medici e il suo decesso era palese. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio la parola passa al giudice dell’udienza preliminare che in quell’occasione valuterà le prove e deciderà se sono sufficienti per il processo.
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