Morti di povertà, in duecento all'addio dei fratelli Gallina
GAMBARARE. «Speriamo che Mauro ed Emanuele possano avere nell’aldilà una vita migliore di quella che hanno vissuto qui». Queste le parole del parroco di Gambarare, monsignor Luigi Casarin, durante i funerali di Mauro ed Emanuele Gallina, di 41 e 44 anni, che si sono tenuti venerdì nella chiesa di San Giovanni Battista nella frazione di Mira. I fratelli sono morti nel loro appartamento dell’Ater in via Borromini al civico 10 a Mira Porte, e i loro corpi sono stati trovati solo dopo tre mesi. Il loro appartamento era stato sigillato mentre i corpi erano ancora dentro.
Con monsignor Luigi Casarin a concelebrare il rito, a cui hanno partecipato quasi 200 persone, c’era don Alfredo della chiesa di San Marco Evangelista a Mira Porte. Nelle prime file tanti amici e tanta gente comune che, colpita dalla storia sfortunata di questi due fratelli, ha voluto rendere loro l’ultimo omaggio. Il parroco, durante la cerimonia, ha ricordato come Mauro ed Emanuele fossero molto legati alla mamma: «Venivano spesso in cimitero a Gambarare a farle visita», ha detto il parroco, «entrambi nutrivano per lei un grandissimo amore».
I due fratelli, proprio dopo la morte della mamma disabile, nel 2012, erano caduti nell’indigenza più assoluta. Avevano chiesto aiuto al Comune di Mira che era loro andato incontro con un contributo per l’affitto. Poi non si sono fatti più sentire, fino alla tragica scoperta. Nei giorni scorsi era scattata anche una gara di solidarietà con operatori funebri, associazioni e privati cittadini che si erano offerti di assumersi a proprio carico le spese per l’estremo saluto. Il Comune di Mira alla fine si è offerto di saldare tutto il costo del funerale e della sepoltura. «Ha spiccato l’assenza in chiesa», spiega l’operatore funebre Paolo Lucarda, «dell’amministrazione comunale che avrebbe dovuto partecipare in massa». Mauro ed Emanuele sono stati sepolti accanto alla loro mamma.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia