Morti bianche, triste primato di Venezia

Dieci vittime in nove mesi, la provincia è la peggiore del Veneto per gli infortuni sul lavoro. Costruzioni, settore a rischio
Di Gianluca Codognato
SPINEA: NUOVA ZONA RESIDENZIALE IN VIA ASSEGGIANO 31/08/2006 © LIGHTIMAGE -
SPINEA: NUOVA ZONA RESIDENZIALE IN VIA ASSEGGIANO 31/08/2006 © LIGHTIMAGE -

Il lavoro continua a uccidere: nei cantieri edili, nei campi, nelle fabbriche, ma anche nel mondo dei servizi. E Venezia, dentro la funerea classifica 2014 delle morti bianche, si trova al primo posto in tutto il Veneto. In pratica, da gennaio a settembre, secondo gli ultimi dati Inail elaborati dall’ dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, si registra più di una vittima al mese. Nella nostra provincia sono dieci gli infortuni mortali sul lavoro da gennaio a settembre, mentre in totale sono 44 i decessi “bianchi” in Veneto.

Ma non solo. Emblematica l’età delle vittime, che hanno quasi tutte più di 40 anni. Stiamo parlando di persone esperte, insomma, alcune delle quali, evidentemente, sottovalutano le norme relative alla sicurezza forti proprio di questa esperienza. Entrando nel merito delle morti bianche in provincia, fra le vittime ci sono 9 uomini e una donna, tutti impegnati in vari settori economici: dalle costruzioni all’agricoltura, dai trasporti al supporto alle imprese, fino alle attività di ristorazione. Per quanto riguarda l’età, come detto, stiamo parlando di persone per lo più mature. Una vittima aveva 28 anni, un’altra 32. Gli altri sono tutti over 45, due erano ultrasessantenni. A livello di nazionalità, le vittime sono nove italiani e uno svizzero.

In generale, l’immagine delle morti bianche nel Veneto è sconfortante, per non dire tragica. E’ il settore delle costruzioni a contare il più elevato numero di vittime. Da gennaio a settembre sono stati 8 nella regione i lavoratori che hanno perso la vita nei cantieri. Luoghi in cui la principale causa di morte è la caduta dalle impalcature. «Nonostante le morti per caduta dall’alto siano così diffuse», sottolinea Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering, «e nonostante siano ben noti, e obbligatori, i dispositivi di sicurezza per i lavori in quota, spesso non vengono utilizzati. Una realtà che è purtroppo sotto gli occhi di tutti. Non è raro, del resto, vedere lavoratori su impalcature o su tetti sprovvisti di imbragature e di elmetti. Manca ancora una radicata cultura della sicurezza sul lavoro». Sempre tra i settori più drammaticamente toccati dalle morti sul lavoro troviamo poi quello delle attività manifatturiere (5 vittime). La nostra regione è sesta in Italia per infortuni mortali, dopo la Lombardia (64), l’Emilia Romagna (59), la Puglia (54), il Piemonte (53) e la Sicilia (50). Le donne che hanno perso la vita sul lavoro nei primi 9 mesi in Veneto sono 2 su 33 in tutto il Paese. Gli stranieri deceduti sono 7 pari a circa il 10 per cento del totale degli stranieri deceduti sul lavoro in Italia. Il martedì è il giorno della settimana in cui si è verificato il maggior numero di incidenti.

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