Morte sul lavoro, un decesso al mese nel Veneziano

La ricerca dell'Osservatorio sicurezza di Vega Engineering
faro acceso sui cantieri
faro acceso sui cantieri

MESTRE. Anche a Venezia si continua a morire sul lavoro. Soprattutto nei cantieri edili, dove per problemi di badget e di controlli limitati, spesso gli operai non utilizzano i supporti per la sicurezza. L’Osservatorio di Vega Engineering evidenzia che fra gennaio e novembre 2015 nella nostra provincia le morti bianche sono state 11, senza contare quelle in itinere (tragitto casa-lavoro). Il dato è inferiore alle 12 registrate nello stesso periodo del 2014, ma resta comunque preoccupante.

I cantieri edili sono i più a rischio incidente
I cantieri edili sono i più a rischio incidente

È pur vero che nella triste graduatorio delle vittime sul lavoro, Venezia è scesa dalla 48ª alla 67ª posizione, ma la media delle morti (quasi una al mese) è ancora elevata. A livello italiano sono 800 le persone che hanno perso la vita sul lavoro da gennaio a novembre 2015 (crescita del 17% rispetto al 2014) e 280 quelle decedute a causa di un infortunio in itinere (+19%).

«Una maglia nera tragica per un Paese che evidentemente non è abbastanza civile da intervenire con i giusti mezzi per invertire la tendenza all’aumento delle morti sul lavoro», sottolinea Mauro Rossato (nella foto), presidente dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering.

«Le istituzioni devono essere più presenti. Servono più controlli, pene certe e processi più veloci per gli evasori della sicurezza sul lavoro. Perché senza tali premesse nessuna inversione di tendenza sarà possibile», conclude Rossato. Il settore più colpito dalle morti sul lavoro è quello delle costruzioni con 117 vittime pari al 14,6% del totale, seguito dalle attività manifatturiere (98 decessi) e dal trasporto e magazzinaggio (83). Più della metà delle vittime aveva un’età compresa tra i 45 e i 64 anni .

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