Morte Rizzetto, il padre querela la Tabino

Portogruaro. Il papà del 23enne perito nell’incidente del 2014 accusa la donna di omissione di soccorso

PORTOGRUARO. Giustizia per Marco Rizzetto, papà Giorgio ha presentato una doppia denuncia: una querela nei confronti dell’investitrice, la 45enne Rosanna Tabino di Ronchis, per omissione di soccorso ed un esposto in cui si chiede di far luce sulla misteriosa terza auto presente quella tragica notte e che avrebbe innescato la fuga in auto della Tabino.

Susanna e Giorgio Rizzetto non si danno pace per quanto accaduto la sera del 2 maggio 2014 perché in realtà ad oltre due anni di distanza rimangono ancora molte ombre sui fatti. I genitori di Marco esigono di conoscere la verità per dare giustizia al figlio, strappato alla vita a soli 23 anni. «L’ho giurato sulla tomba di mio figlio», ripete costantemente papà Giorgio, «Non avrò pace e non mi fermerò finché non avrò trovato una risposta sulla vera dinamica dei fatti di quella notte e sulle responsabilità di chi, in un modo ho nell’altro, ha determinato la morte di mio figlio». La vicenda è nota: il giovane, mentre stava provando la sua Ford Fiesta che gli dava delle noie nelle strade deserte della zona industriale East Gate Park a Fossalta, procedendo per la sua strada con diritto di precedenza, è stato travolto da una Volkswagen Passat che ha mancato lo stop. A guidarla Rosanna Tabino, in auto con Daniele Colautto, 56enne, pure lui di Ronchis: la conducente giustificherà la sua manovra sostenendo di aver perso la testa perché inseguita da un’altra macchina, ma i familiari del ragazzo stanno ancora aspettando che dica la verità su questa terza macchina e su chi la guidasse. «Negli atti della Procura è stata sviluppata una ricostruzione dei fatti solo parziale rispetto a quella emersa dalle indagini investigative dei carabinieri, liquidando l’incidente come un comune scontro tra due auto. Non si è tenuto conto che le investigazioni hanno portato a sostenere come quanto mai probabile la presenza di una terza autovettura che avrebbe scatenato la reazione scomposta della Tabino», spiega Rizzetto, assistito nella sua battaglia dall’avvocato Matteo Liut, con studio Portogruaro, e da Studio 3A, società specializzata nella valutazione delle responsabilità civili e penali. Soccorsi chiamati in estremo ritardo, omissioni di soccorso ed il ruolo della misteriosa terza auto: i genitori di Marco vogliono la verità. Nel frattempo sono in attesa della sentenza relativamente all’accusa di omissione di soccorso di Colautto nei confronti di Marco, mentre sarà discussa il 29 novembre l’archiviazione della querela per omissione di soccorso nei confronti della dottoressa Scibetta, medico di base chiamata sul luogo dell’incidente dalla Tabino.

Claudia Stefani

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