Morte improvvisa dopo la Tac sospetti sul liquido di contrasto
I sospetti sulle cause della morte improvvisa di una donna dopo essersi sottoposta a una Tac al Cro di Aviano si concentrano sul liquido di contrasto. È durato due ore, nell’istituto di ricerca e cura dei tumori, l’esame autoptico sulla salma di Lucia Garbin, 57 anni di Mestre, eseguito dall’anatomopatologo Antonello Cirnielli, al quale hanno assistito il consulente di parte dello stesso Cro Raffaele Collazzo e quello nominato dalla famiglia della paziente (alla quale sono stati prelevati tessuti e liquidi), il dottor Rigo.
L’attenzione degli esperti si è concentrata sulla quantità di liquido di contrasto somministrata – e ci vorrà almeno un mese per conoscerne gli esiti –, la quale può determinare diverse reazioni, e non solo allergiche. La paziente, peraltro, si era già altre volte sottoposta a questo test, ma non è detto che questo sia motivo escludente un’allergia. Nel corso dell’esame, comunque, non è emersa alcuna causa «evidente» tale da poter stabilire subito le cause dell’improvvisa morte.
Lucia Garbin, 57 anni, residente in via Terraglietto 100 a Mestre, era deceduta martedì mattina al termine di una Tac con mezzo di contrasto; si era recata all’istituto tumori per eseguire la tomografia ed era una paziente ambulatoriale che, da quanto si è potuto apprendere, era seguita dai medici del Cro. La procedura si era svolta normalmente senza che la signora segnalasse alcun disturbo. Non nausea, non vomito, non tachicardia. Nessuno dei segnali di una reazione allergica al liquido di contrasto. Solo al termine dell’esame avrebbe avvertito il personale di un senso di oppressione. E nello stesso momento era stata colpita da malore. Immediati i soccorsi e anche i tentativi di rianimazione che si erano prolungati per oltre un’ora, ma la donna non si era ripresa e i medici avevano dovuto constatarne il decesso. Era stato lo stesso istituto a segnalare il fatto alla procura, e il pm Monica Carraturo aveva disposto l’autopsia. Contestualmente il pm aveva disposto l’apertura di un fascicolo e l’iscrizione nel registro degli indagati, per l'ipotesi di reato di omicidio colposo in concorso, tre dipendenti dell’istituto, destinatarie di un avviso di garanzia quale atto di autotutela per poter nominare un anatomopatologo per l’esame irripetibile.
«Dai primi esiti dell’esame – rileva il difensore del personale del Cro, l’avvocato Giancarlo Zannier – non appaiono situazioni riconducibili a responsabilità. Qualcosa ha fatto fermare il cuore, lo diranno gli accertamenti. A volte è dovuto ai fatti della vita».
La causa che appare più ovvia è una reazione avversa al liquido di contrasto. Un’altra ipotesi riguarderebbe un possibile infarto o una trombo-embolia polmonare.
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