Morte di Marco Rizzetto sentenza beffa a Colautto

Quattro mesi all’ex consigliere di Ronchis condannato ma solo per omissione di soccorso nei riguardi della sua amica e non per il giovane di Portogruaro

PORTOGRUARO. Si arricchisce di un nuovo capitolo la tormentata vicenda giudiziaria relativa alla morte, in un incidente stradale all’East Gate Park, di Marco Rizzetto, il 2 maggio 2014. Aveva 23 anni.Due i feriti, Daniele Colautto e Rosanna Tabino. Colautto, già consigliere comunale nella cittadina friulana di Ronchis, che si allontanò dalla scena dell’incidente: è stato condannato martedì dal tribunale di Pordenone a 4 mesi di reclusione per omissione di soccorso e la pagamento delle spese processuali. Ma non nei confronti di Marco, bensì della sua presunta amante Rossanna Tabino.

Dal 12 luglio il giudice Piera Binotto di Pordenone potrebbe decidere da un momento all’altro per il supplemento di indagini nei confronti di Collauto, denunciato dalla famiglia di Marco proprio per omissione di soccorso. Oppure archiviare tutto.

I pm che finora hanno indagato sulla vicenda hanno infatti presentato per due volte richiesta di archiviazione, ritenendo che Marco fosse morto sul colpo. Ma una perizia di parte della famiglia sostiene che in realtà il giovane è morto solo almeno dopo 60 minuti dall’inciente. Dopo lo scontro Colautto se ne andò via a piedi, lasciando nell’auto incidentata, una Passat, Rosanna Tabino col piede fratturato. Marco restava immobile nella sua Fiesta. La Tabino, che rimediò la frattura della caviglia e patteggiò in seguito 21 mesi, diede l’allarme soltanto alle 22.14, quasi un’ ora dopo l’incidente, avvenuto, si presume, poco dopo le 21.30, ma non telefonò al 118 bensì, al suo medico personale Amgela Scibetta e sarà lei a chiamare i soccorsi. Ma, inspiegabilmente, la dottoressa di fatto prestò soccorso solo all’ amica ferita. Ai carabinieri dichiarerà di aver gridato a gran voce verso la macchina di Marco Rizzetto, la cui portiera non era bloccata e si poteva aprire benissimo, ma senza avvicinarsi e di non aver ottenuto risposta. Di sicuro non ha visitato nemmeno sommariamente il ragazzo per accertarsi dei suoi parametri vitali, al punto che i familiari del giovane, oltre che contro Colautto, hanno presentato una denuncia per omissione di soccorso anche contro la dottoressa. «Sono trascorsi minuti preziosi dall’incidente», ricorda il padre Giorgio Rizzetto, assistito dallo Studio 3A, «Se avessero dato subito l’allarme Marco avrebbe potuto essere curato. Magari era ancora vivo. Dal rapporto dei carabinieri non emerge che Marco sia morto sul colpo, affatto».

Rosario Padovano

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