Morte di Federico e Margherita uno patteggia, l’altro a processo
SANTA MARIA DI SALA. Era stato un incidente stradale con un esito da bollettino di guerra. Federico Talin aveva solo 18 anni, l’amica Margherita Noè ne avrebbe compiuti 17 alla fine dell’estate. Erano entrambi di Caselle di Santa Maria di Sala. Le loro vite erano state spezzate la notte del 2 giugno 2014 a Mirano, mentre una terza ragazza di 17 anni era rimasta a lungo sospesa tra la vita e la morte e altri quattro giovani erano rimasti feriti lievemente. A oltre tre anni e mezzo dal dramma, ieri i conducenti delle due auto coinvolte nello schianto sono finiti davanti al giudice per l’udienza preliminare Alberto Scaramuzza. Disposto il rinvio a giudizio per Federico Noè (avvocato Eugenio Locatelli), fratello di una delle vittime: il processo si aprirà il 19 aprile di fronte alla giudice monocratica Daniela Defazio. Gabriele Schiavon (avvocati Guido Simonetti e Simone Zancani), al volante dell’auto che aveva centrato quella dove viaggiava la comitiva di amici, ha patteggiato 1 anno e 10 mesi di reclusione in virtù anche del risarcimento pagato attraverso l’assicurazione e dell’atteggiamento dimostrato.
Per entrambi le accuse mosse dalla pubblico ministero Lucia D’Alessandro sono di duplice omicidio colposo e lesioni, per Schiavon anche la guida in stato di ebbrezza. Costituiti nel procedimento i familiari di Federico Talin con l’avvocato Anna Desiderio che ha sottolineato come i parenti del ragazzo non siano stati ancora interamente risarciti.
La tragedia era avvenuta alla vigilia del 2 giugno in via Cavin di Sala, all’altezza dell’incrocio con via Galilei. Sulla provinciale, in direzione di Santa Maria di Sala, viaggiavano otto giovani, divisi su sue auto. La prima, una Opel Corsa, era guidata da Federico Noè. A fianco c’era Federico Talin e dietro le due ragazze, Margherita Noè, 16 e la sua amica del cuore. A seguire l'altra auto, la Peugeot 206, con altri quattro ragazzi a bordo, di Santa Maria di Sala e Dolo. La comitiva era di ritorno da una serata e aveva deciso di fermarsi ancora un po’ fuori, facendo una sosta al camioncino dei panini. Federico Noè aveva svoltato all’improvviso a sinistra. È la tragedia. La Opel era stata centrata in pieno sulla fiancata destra dalla Mazda 3 guidata da Schiavon. In quel tratto di strada il limite è di 70 all’ora. La perizia disposta dal tribunale aveva accertato che la Mazda era sopraggiunta a 120 all’ora, secondo quella dell’indagato a 100 all’ora. L’impatto era stato devastante. Ad avere la peggio erano stati Federico Talin, morto sul colpo, e Margherita Noè: il suo cuore aveva resistito il tempo di correre in ospedale a Mirano. Gravissime le condizioni anche dell’amica, che si era ripresa solo dopo lungo tempo.
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