Morte all’Aquafollie Il padre contro i bagnini

Caorle. Dodicenne stroncato da malore nella piscina del parco acquatico Il gestore della struttura: «Gli addetti hanno fatto in pieno il loro dovere»
(GAVAGNIN) AQUAFOLLIE A CAORLE COSTANTI LE PRESENZE IN ALTERNTIVA
(GAVAGNIN) AQUAFOLLIE A CAORLE COSTANTI LE PRESENZE IN ALTERNTIVA

CAORLE. Il filo del dolore unisce le comunità di Casarsa della Delizia e Caorle. La tragedia di David Cole junior, morto a 12 anni, presenta alcuni lati oscuri, che la famiglia vuole vengano chiariti. Infatti il padre, David Cole senior, da come gli hanno riferito conoscenti e qualche familiare, è convinto che i bagnini dell’Aquafollie non hanno trovato subito il ragazzo, esanime, in piscina, dopo che lo stesso dodicenne si era lanciato dallo scivolo del parco acquatico di Caorle, una struttura molto sicura.

Dall’altra parte ribalta il concetto e, convinto di essere nel giusto poiché nei polmoni del ragazzino non hanno trovato acqua, Iglif Spini, storico gestore della struttura di via Aldo Moro. Va spiegato comunque che, pur trattandosi di situazioni diverse, il padre del piccolo deceduto e Spini sono distrutti per quanto è accaduto. Questa tragedia sa e colpisce anche il settore turistico di Caorle, perché l’Aquafollie attira turisti.

Nessuno si è mai sentito male nel parco, morendo in 23 anni. «Io non mi sto dando pace», ha riferito parlando un italiano abbastanza fluido, da casa sua a Casarsa, la notte tra domenica e ieri, David Cole senior, «io non ero a Caorle e quindi mi sto facendo un’idea su quanto accaduto in base a quanto mi hanno riferito più persone. E allora voglio capire come sono intervenuti i bagnini. Mio figlio è morto e non me lo restituirà nessuno. Però devo capire se sono intervenuti tempestivamente, o se hanno scoperto mio figlio senza sensi in piscina dopo tre minuti come mi hanno raccontato». David Cole senior vuole scendere a Caorle per parlare con i bagnini addetti al salvataggio.

Ribatte, un po’ amareggiato e questo va detto con assoluta sincerità, Iglif Spini. «Sono molto triste anche io, siamo profondamente addolorati per quanto è successo. Ma nessuno deve mettere in discussione quanto hanno fatto i miei bagnini e, dicendo questo non rispondo proprio a nessuno. Capisco lo stato d’animo del padre di David, gli siamo vicini e il suo dolore è pure il nostro. Io, su quanto hanno fatto i bagnini, non ho nulla da eccepire, anzi. Soni stati competenti e coraggiosi», conclude Spini, « hanno fatto il loro dovere sino in fondo. Lo dimostra il fatto che il bambino non aveva inalato acqua. Lo hanno riferito alla famiglia i medici del Ca’ Foncello di Treviso. Questo lo sappiamo per certo perché abbiamo informazioni inconfutabili a tal proposito».

Rosario Padovano

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