Morta nell’incidente aereo marito e tecnico nei guai

CAMPOLONGO. In due verso il processo per l’incidente aereo che il 6 luglio 2014 costò la vita a Lucia Battistello, 47 anni, parrucchiera di Piove di Sacco. La pm Elisabetta Spigarelli ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio per il marito della vittima, Renato Franco, 57 anni, proprietario e conducente dell’ultraleggero precipitato in un campo a Campolongo di ritorno dalla Croazia, e per Sergio Chiavegato, 54 anni, veronese di Isola della Scala, legale rappresentante di “Aliveneta”, ditta che aveva effettuato i controlli sul velivolo. Per entrambi l’accusa è di omicidio colposo. Ieri era in programma l’udienza preliminare davanti alla gup Roberta Marchiori ma i difensori degli imputati hanno aderito all’astensione proclamata a livello nazionale, con il risultato che l’udienza è stata rinviata al 3 ottobre. La gup ha disposto anche che venga data notizia dell’udienza ai figli della vittima, dando loro la possibilità di costituirsi parti civili.
Quanto a Franco, la Procura gli contesta di aver sostituito l’elica dell’ultraleggero fornita in dotazione con una diversa, che non era in grado di compensare il surriscaldamento del motore per il minore flusso di aria. Ma anche di non aver installato l’avvisatore di stallo, ovvero il dispositivo che indica la perdita di potenza del motore in virtù della quale il pilota effettua le manovre di emergenza del caso. «La sostituzione dell’elica e la mancanza dell’avvisatore non sono stati a nostro avviso le cause dell’incidente», spiega l’avvocato Davide Pessi che segue Franco con il collega Jacopo Al Jundi. I legali sono determinati a discutere l’udienza preliminare e nel caso a difendersi nel corso del dibattimento.
Chiederà invece il giudizio con il rito abbreviato (e quindi con lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna) Sergio Chiavegato con gli avvocati Leva e Botturini. Secondo la Procura, nel 2011 il legale rappresentante della “Aliveneta” ha rilasciato l’attestazione dei componenti del velivolo nel quale era indicato anche l’avvisatore di stallo, che però era inesistente. Ma il dispositivo, per la difesa, sarebbe stato rimosso da Renato Franco successivamente al 2011. Su questa base, la difesa punta a uscire dal procedimento. All’epoca la pm Angela Masiello aveva disposto una consulenza dalla quale era emerso che il motore si era bloccato e l’ultraleggero era precipitato a causa del fatto che il carburante non era più passato dal serbatoio al motore a causa di una valvola difettosa, prodotta in Cecoslovacchia per i motori di auto e non per quelli degli ultraleggeri.
Quel giorno di luglio di quattro anni fa i coniugi erano partiti con il loro Eurostar dal campo di volo “La Fattoria” di Codevigo, diretti in Croazia. Al rientro, il dramma all’altezza della ferrovia Mestre-Adria a Campolongo. L’ultraleggero era precipitato prima finendo in un campo, poi terminando la sua corsa contro la massicciata dei binari.
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