Morta Carol Faison, fondò Care&Share
VENEZIA. Per migliaia di bambini abbandonati lei era l’angelo biondo che aveva riportato la speranza e in alcuni casi la vita. In 25 anni di attività ha portato 19 mila bambini a scuola, dei quali 5.000 erano abbandonati in strada. Oggi sono quasi 4 mila i bambini indiani assistiti, dei quali 70 sieropositivi, ospitati nel villaggio di Butterfly hill. Carol Faison non c’è più.
È morta ieri mattina in India, nella sua Vijayawada, in Andhra Pradesh, dove aveva fondato all’inizio degli anni Novanta il villaggio e l’associazione Care&share. Carol, 65 anni, era nata negli Stati Uniti ma viveva a Venezia da quando era bambina, dopo essere arrivata in laguna con la madre e il fratello. Proprio al rientro di un viaggio in India con il fratello nasce la sua «vocazione».
«Pensate che lì la gente muore perché non hanno l’acqua», racconta ai suoi amici. In poche settimane parte una raccolta di fondi per finanziare la costruzione di un nuovo pozzo. «Ce l’abbiamo fatta, adesso lì non muoiono più. Ma adesso?». Le condizioni di grande povertà e di miseria di quell’angolo sperduto dell’India colpiscono Carol. Nel 1991 apre Care and share. Si ricorre a donatori grandi e piccoli per finanziare un anno di scuola a un bambino ospite del villaggio. In 25 anni sono più di 12 mila.
Pian piano la struttura si ingrandisce, diventa una Ong grazie all’aiuto di Noel Harper, indiano che poi sposerà Carol, e di fotografi, industriali milanesi e veneti, professionisti veneziani. Carol è in India e coordina le attività del villaggio, fonda laboratori per i portatori di handicap, porta assistenza nel riformatorio della città, le scuole nei villaggi, assistenza agli universitari poveri. Aiuta le vedove indigenti e le famiglie povere, distribuendo latte negli slums, segue i suoi bambini uno ad uno. Un amore infinito. «Ricambiato», diceva, «dal sorriso di quelle creature tornate a vivere».
Alberto Vitucci
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