Moria di negozi a Mirano e Noale. «Colpa di affitti troppo alti e Ztl»

Al posto della pizzeria Da Remo arriverà un sushi. Chiusi la trattoria Al Palio, Lilla Pois e Batista. Ennio Gallo (Confcommercio): «I sindaci concedono nuovi spazi commerciali vicino ai centri storici»

MIRANO. C’è chi abbassa le serrande, c’è chi riproporrà qualcosa di nuovo ma in questi giorni, in centro a Mirano come a Noale, ci sono negozi chiusi. E non sono pochi, perché nella zona attorno a piazza Martiri a Mirano se ne contano almeno sei, mentre nella città dei Tempesta si arriva a quattro.

Mirano a Noale sono i due veri centri del comprensorio, eppure qualcosa non funziona, tra affitti alle stelle, pressione fiscale, concorrenza dei centri commerciali, viabilità che non aiuta. I

n via XX Settembre a Mirano, fa specie vedere chiusa la pizzeria Da Remo (diventerà un sushi), oppure gli articoli da regalo “Sogni e nuvole” o il bar L’Ideale.

Lo storico abbigliamento Batista di via Castellantico
Lo storico abbigliamento Batista di via Castellantico

Negozi sfitti in centro il sindaco Cereser «Canoni troppo alti»
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' DI P. - GALLERIA BORTYOLOTTO IN CORSO TRENTIN

Passeggiando su via Castellantico, anche l’abbigliamento Batista ha detto basta e lo stesso, in via Gramsci, AquaZooMania, e in via Vittoria LillaPois. Nella vicina Noale possiamo segnalare la trattoria Al Palio, Furlan Borse, Bomboniera Bortolato e l’armeria Giacometti.

Le domande sorgono spontanee: ma la crisi non sta finendo? «Succede che prima si chiudeva e poi si riapriva» osserva l’assessore al Commercio di Mirano Cristian Zara «ora, visto il bacino di clienti, le spese creano problemi». Ma in una delle piazze più vive della provincia, il ragionamento fa specie. «Invece no», prosegue Zara, «perché i bar reggono, hanno i loro clienti, sono storici, collaborano e fanno squadra tra loro, diversificando l’offerta. Da parte nostra, dobbiamo dare una mano ai negozianti, magari a sostegno delle spese sugli affitti, cercando di calmierarli: ne parlerò in giunta».

Le associazioni di categoria, invece, conoscono bene i nemici da combattere. «I sindaci concedono nuovi spazi commerciali vicino ai centri storici, mettono le Ztl» sottolinea il presidente di Confcommercio del Miranese Ennio Gallo «mentre la grande distribuzione ha viabilità, è in posizione strategica, dispone di parcheggi e servizi. La questione affitti può incidere ma parliamo di rapporti tra privati; diversi immobili hanno visto calare i prezzi ma poi arrivano i pesi fiscali come Imu a penalizzare. Aggiungo la concorrenza sleale via internet con, in proporzione, meno tasse da pagare per le aziende».

Il Lillapois di via Vittoria
Il Lillapois di via Vittoria

Insomma, tante carne al fuoco e Luigina De Pieri, referente del comprensorio di Confesercenti parla senza mezzi termini di «centri più poveri». «Non solo aumentano i centri commerciali» attacca «ma si ampliano gli esistenti, che garantiscono quei servizi tipici dei paesi. Dobbiamo ridiscutere i nostri modelli di città, fare formazione ai negozianti per aiutarli a evolversi. Ad esempio, potrebbero fare squadra anche per dividere gli affitti, diversificando le attività in uno spazio». L’augurio è che nel 2018 possa esserci un rilancio vero.

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