Morì per l’intervento salta la mediazione
SAN MICHELE. Sarà il tribunale civile di Udine a stabilire se, quanto e da chi debba essere risarcita la famiglia di Veronica Surian, la 14enne di San Michele al Tagliamento morta l’8 gennaio 2014 all’ospedale di Udine, dov’era giunta in condizioni disperate, dopo un intervento chirurgico cui era stata sottoposta all’ospedale di Latisana. Il processo comincerà il 6 aprile davanti al giudice Gianpaolo Fabbro. È dunque fallita la procedura di mediazione avviata lo scorso novembre su istanza dei genitori e del fratello della ragazza, che nel procedimento sono assistiti dall’avvocato Antonella Gobbo, e che avevano quantificato in oltre 5 milioni di euro il risarcimento «da asserita malpractice».
Toccherà ora alla causa civile valutare l’eventuale responsabilità del medico - il chirurgo Giuseppe Cannarozzo, già a dibattimento in sede penale con l’accusa di omicidio colposo - che visitò Veronica al suo arrivo al Pronto soccorso di Latisana, e dell’Azienda per l’assistenza sanitaria n. 2 “Bassa Friulana-Isontina”, di cui è dipendente. Ricevuto l’atto di citazione, l’Aas si è costituita in giudizio con l’avvocato Diego Modesti. «La difficoltà di conciliare – ha detto l’avvocato Modesti – è dipesa dalla mancanza in mediazione del chirurgo, pure chiamato nella procedura». Un’assenza che l’avvocato Tiziana Odorico, che difende Cannarozzo nel processo penale e che adesso e pronta a costituirsi per suo conto anche in sede civile, attribuisce a una sorta di misunderstanding. «Per la mediazione – spiega il legale – il mio assistito si era rivolto alla direzione aziendale, che gli aveva assicurato che avrebbe verificato anche la sua posizione. Così, evidentemente, non è stato». E la somma chiesta dalla famiglia, nel frattempo, è lievitata a complessivi 5.139.311 euro.
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