Morì nel parto, genitori risarciti
CAMPOLONGO. Due medici dell’ospedale di Piove di Sacco sono finiti a processo accusati di concorso in omicidio colposo in seguito alla morte per asfissia di un neonato durante il parto. Ma non si sono costituiti parte civile i genitori di quel piccolo, che vivono a Campolongo: risultano assenti nel processo perché l’Asl 16 di Padova, da cui dipende la struttura ospedaliera piovese, li ha risarciti con il pagamento di 180 mila euro. Una somma versata attraverso la compagnia di assicurazione. Intanto ieri, in aula davanti al giudice padovano Marina Ventura, c’è stato il botta e risposta tra consulenti tecnici chiamati a pronunciarsi sulla drammatica vicenda che ha portato sul banco degli imputati l’allora primario Antonino Oro, 68 anni, e la dottoressa Dana Simona Muresan, 51(difensore l’avvocato Elena Contarini), medico di guardia quando accadde la tragedia il 21 maggio 2009.
Gli esperti non sono indietreggiati di un passo rispetto alle proprie posizioni: quello del pm Orietta Canova (il professor De Sario) ha insistito sulla responsabilità e il comportamento negligente dei due imputati; quelli della difesa (i professori Montisci, Fais e Ragusa con il collega Marchesoni) hanno ribadito la correttezza del loro operato in quella situazione. Così il giudice ha invitato le parti (sia la pubblica accusa che i difensori) a produrre le linee-guida, ovvero i protocolli sanitari previsti per verificare se, nelle circostanze in cui si trovò la mamma all’epoca del parto, fosse necessario o giustificabile il parto cesareo.
Il 20 maggio la mamma, che soffriva di diabete, era stata ricoverata in vista di un parto pilotato che prevede, dopo il travaglio spontaneo, la somministrazione di farmaci allo scopo di dilatare il collo dell'utero favorendo senza traumi l'espulsione del bimbo. Nella notte seguente erano iniziate le contrazioni. All’inizio il travaglio sembrava nella norma. Quasi subito iniziano le complicazioni. Il parto appare lento e difficoltoso. A un certo punto è evidente che il piccolo si sforza di uscire ma non ce la fa: le spalle e la testa sono bloccate. Tanti i tentativi e altrettante le spinte, tutto è inutile. Il neonato muore per soffocamento: era un bel bambino di 4 chili e 800 grammi, una “taglia” che avrebbe dovuto consigliare una soluzione diversa, secondo la Procura, mentre i difensori sostengono che il travaglio era stato regolare.
Cristina Genesin
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