Morì il nipote, risarciti anche i nonni

Oltre 50 mila euro per i parenti palermitani di Filippo Salamone. Il giudice ha riconosciuto l’intenso legame affettivo 
L’hanno visto nascere, l’hanno accudito, l’hanno riempito di attenzioni, si sono spesso sostituiti ai genitori impegnati con il lavoro nel crescere il nipote. E anche se vivono a Monreale, in provincia di Palermo, i nonni materni di Filippo Salamone sono stati sempre presenti nella vita del 23enne, morto in un incidente stradale in via Forte Marghera il 22 agosto 2011.


Per questo il giudice Luca Trognacara della terza sezione civile del Tribunale di Venezia nei giorni scorsi ha riconosciuto anche per loro un risarcimento danni quantificato in oltre 50 mila euro. Vincenza e Filippo Giuvintano, entrambi ottantenni, vivono nel paesino a pochi chilometri da Palermo, ma la notizia della morte dell’adorato nipote sei anni fa li sconvolse quasi come se avessero perso un figlio. Filippo era il loro primo nipote e anche se da due anni non lo vedevano più con la stessa assiduità, continuavano ad esserne molto legati.


La compagnia assicurativa Zurich Insurance Public Limited Company aveva insistito nel negare il risarcimento economico ai nonni proprio perché la vittima - secondo i periti della compagnia - non aveva più un legame così forte da prevedere il risarcimento. Secondo la compagnia, nessun indennizzo era dovuto ai nonni proprio perché la vittima non viveva con loro.


«Ma Filippo ha abitato a Monreale fino a 20 anni», racconta Nicola Salamone, padre della vittima, «quando ha deciso di trasferirsi a Mestre dove aveva trovato lavoro. Fino a quel tragico giorno è rimasto legatissimo ai nonni e a tutta la sua famiglia». Di fronte al no irrevocabile della compagnia assicurativa all’indennizzo per i due anziani (i genitori sono stati risarciti in modo soddisfacente) la famiglia si è rivolta allo Studio 3A, società che si occupa della valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, ed è stato chiesto il risarcimento per gli incalcolabili danni patiti.


Il giudice ha dato ragione ai nonni di Filippo, riaffermando e rafforzando il più recente orientamento giurisprudenziale sul tema “in base al quale - recita la sentenza - è sicuramente ammissibile il titolo risarcitorio in capo ai nonni, a prescindere dal requisito della convivenza, in forza del combinato disposto del vincolo di sangue con il rapporto concretamente tenuto con il nipote, anche in supplenza dei genitori impegnati in attività lavorative e da cui è quindi derivato un intenso legame affettivo che si preserva anche nel passaggio dei discendenti all'età adulta e ad una vita autonoma”.


Accogliendo le istanze dei ricorrenti, il giudice ha quindi riconosciuto a ciascuno dei nonni una cifra a titolo di risarcimento ed ha anche condannato la compagnia al pagamento di tutte le spese processuali.


«È il risarcimento più doloroso» conclude il padre di Filippo «Abbiamo lottato per farlo avere ai nonni per una questione di principio, anche se questo ci ha costretto a rivivere ogni udienza quella tragedia. L’abbiamo fatto per dare la possibilità ad altri nonni di alleviare in qualche modo il dolore della perdita di un nipote».


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