Morì dopo la caduta fra le onde Sei mesi al timoniere della barca
CHIOGGIA. Sei mesi di reclusione con pena sospesa, e sei mesi non retribuiti di attività a favore della collettività.
È quanto Giovanni Raimondi, 67 anni di Cadoneghe, ha patteggiato ieri mattina in tribunale a Venezia per la morte, avvenuta il 24 ottobre del 2014, della compagna Donatella Friani, di Spinea, che aveva 49 anni. L’accordo sul patteggiamento è stato raggiunto, davanti al giudice Alberto Scaramuzza, dal pubblico ministero Massimo Michelozzi, e dall’avvocato Roberto Boev. Modalità dei lavori socialmente utili saranno definiti nel corso delle prossime settimane. L’uomo era proprietario e, al momento della tragedia, timoniere dell’imbarcazione Jennifer - priva di copertura assicurativa - dalla quale la donna era caduta, per poi sparire tra le onde. Quella sera la coppia aveva cenato a bordo dell’imbarcazione in una darsena sul Brenta e poi era salpata verso Pellestrina, con pessime condizioni meteo, mare mosso e onde. Stando alla testimonianza di Raimondi verso mezzanotte mentre l'imbarcazione si trovava a un miglio e mezzo dalla costa, all’altezza dello stabilimento Sand Beach di Sottomarina, la tragedia: la donna che scivola in mare, le urla di aiuto, l’uomo che accende i fari per cercare di individuarla - ma non lancia salvagenti in acqua - e lancia l’allarme alla capitaneria di Porto di Chioggia. Un comportamento, soprattutto in relazione al mancato lancio del salvagente verso l’area dalla quale arrivavano le richieste di aiuto della donna, che il pubblico ministero Michelozzi ha ritenuto negligente e imprudente oltre che non in linea con le norme sulla disciplina della navigazione. «E’ stata ridimensionata la condotta colposa dell’accaduto», è la valutazione dell’avvocato Boev del foro di Padova, «e Raimondi ha dato completa disponibilità rispetto all’attività da svolgere nei sei mesi pattuiti. La vicenda riguarda la morte di una persona alla quale era sentimentalmente legato, è profondamente dispiaciuto». Per l’avvocato Andrea Piccoli, il penalista che assiste i familiari di Donatella Friani invece «al di là della sua entità, la pena patteggiata conferma la condotta colposa di Raimondi, che ha ammesso le proprie responsabilità». La famiglia, attraverso lo studio di consulenza 3A, ha fatto anche ricorso al fondo vittime della strada - la polizia assicurativa della barca infatti era sospesa dal 2014 ed è stata riattivata tre giorno dopo l’incidente in mare - che ha respinto le richieste in attesa della conclusione delle indagini. Senza contare che ora la battaglia procede in sede civile.
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