Morì di peritonite, condannato il medico

Diagnosi ritardata: sei mesi con la condizionale e 600 mila euro di risarcimento ai familiari. E' la condanna per Andrea Sfriso, medico del Pronto soccorso, per la morte di Luciano Vincenzotto, 70 anni
Il Pronto soccorso dell’allora ospedale Umberto I, dove l’uomo si era recato per i forti dolori addominali. Dopo poco morì
Il Pronto soccorso dell’allora ospedale Umberto I, dove l’uomo si era recato per i forti dolori addominali. Dopo poco morì
MESTRE. Sei mesi e 600 mila euro di risarcimento danni. A tanto il giudice per le udienze preliminari Antonio Liguori ha condannato Andrea Sfriso, medico del Pronto soccorso dell'ospedale di Mestre, per la morte di Luciano Vincenzotto, 70 anni, avvenuta tre anni fa. Assolta la dottoressa Fabia Salmaso (Medicina). A processo il 2 maggio il chirugo Enrico Ganz, che non aveva optato per il rito abbreviato. I tre medici dovevano rispondere dell'accusa di omicidio colposo, per il decesso dell'uomo: giunto al pronto soccorso dell'ospedale di Mestre con fortissimi dolori all'addome, l'anziano era morto - secondo l'accusa - per una peritonite non diagnosticata in tempo.


Ieri, il pubblico ministero Federico Bressan ha chiesto la condanna ad un anno di reclusione per entrambi i medici che avevano preferito optare per il rito abbreviato: il gup Liguori ha però ritenuto responsabile solo il medico di Pronto soccorso, assolvendo la dottoressa del reparto di Medicina e rinviando a giudizio il chirurgo che aveva seguito il signor Vincenzotto. Respinta, dunque, la richiesta di una nuova perizia medico-legale avanzata dalla difesa. Accolta in pieno, invece, la richiesta di risarcimento danni dell'avvocata Federica Santinon, che rappresenta la famiglia Vincenzotto.


Secondo la perizia medico legale - due quelle effettuate nel corso delle indagini - Vincenzotto aveva l'appendice gravemente infiammata e con un intervento chirurgico urgente avrebbe potuto salvarsi: invece è morto per una peritonite fulminante. Il 9 dicembre di tre anni fa, l'anziano mestrino era stato accolto al Pronto soccorso dell'allora ospedale Umberto I dal dottor Sfriso, che lo aveva mandato in Radiologia per una lastra dell'addome. Secondo l'accusa, la perforazione era già evidente. La differenza tra le due consulenze riguarda il nesso causale tra l'intervento chirurgico mancato e il decesso. Per il medico legale Cirnelli, probabilmente se Vincenzotto fosse stato operato con urgenza si sarebbe salvato: ma il consulente ha sostenuto che non vi può essere una ragionevole certezza. Più decisi, invece, i medici legali padovani Silvia Tambuscio e Paolo Cortivo, i quali sostengono senza ombra di dubbio che con un intervento chirurgico l'anziano avrebbe potuto salvarsi, perché le sue condizioni di salute non erano critiche.

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