Moranzani, un elettrodotto non sarà interrato da Terna
MARGHERA. Non bastava il rifiuto di Terna di scorporare dal nuovo progetto per la Razionalizzazione dell’intera rete di alta e altissima tensione tra Venezia e Padova, il previsto interramento dei tre elettrodotti, con quattro linee aeree, che attraversano il Vallone Moranzani a Malcontenta.
All’indomani del deposito del nuovo progetto si scopre che a differenza di quello del 2008, collegato all’Accordo di Programma per il Vallone Moranzani, gli elettrodotti che Terna intende interrare sono solo due su tre.
Il nuovo progetto avviato ai ministeri competenti per le autorizzazioni prevede, come Terna aveva già paventato nel 2013, prima della bocciatura del Consiglio di Stato del primo progetto «l’interramento di due elettrodotti a 220 kV e la realizzazione di una variante localizzativa di un tratto dell’esistente elettrodotto a doppia terna Fusina 2-Dolo, per 4,8 chilometri in uscita da Fusina 2». La linea di tralicci che non verrà interrata (quella più a destra andando da Fusina a Marghera) è autorizzata come «una doppia terna a 380 kV» - ma in è esercizio come un 380/220 kV - e nel nuovo progetto Terna intende utilizzarlo al massimo della potenza autorizzata ritenendo che questa soluzione progettuale è «pienamente compatibile» con il progetto regionale delle vasche di stoccaggio dei fanghi nel Vallone Moranzani.
«Il progetto di cui abbiamo notizia», commenta il presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin, «contraddice sia l’accordo a suo tempo sottoscritto da Terna con il Comune e la Provincia di Venezia, con la Regione e con il governo nel contesto dell’Accordo Moranzani; sia le indicazioni contenute dal recente Patto per Venezia siglato dal sindaco Brugnaro e dal premier Renzi nel dicembre scorso e confermato poche settimane fa dal ministro per l’Ambiente, Galletti».
Per Bettin «è evidente che il mantenimento di una linea aerea, potenziata, renderebbe molto difficile realizzare la discarica e poi il parco lineare del Vallone Moranzani atteso da anni e, soprattutto, lascerebbe inalterata l’esposizione ai campi elettromagnetici dei residenti tra Fusina e Malcontenta che la subiscono da decenni oltre ai frequentatori del parco, qualora si realizzasse». Secondo Bettin il progetto di Terna «va rivisto, prevedendo l’interramento di tutte le linee, condizione indispensabile per dar seguito all’Accordo Moranzani. Chi lo ostacola se ne deve assume la piena responsabilità. La politica, il Comune, la Regione, il governo devono rilanciare con tutta la forza che possono mettere in campo».
«Non è accettabile che Terna ignori del tutto le richieste unanimi e trasversali del consiglio comunale di Venezia e di quello regionale», tuona, a sua volta, il capogruppo del Pd in Comune, Andrea Ferrazzi. «È necessario fare massa comune per costringere i l Governo a far tornare sui suoi passi Terna. Siano pronti a dare una mano anche al sindaco Brugnaro se si impegnerà in tal senso. L’occasione sarà la discussione della mozione che abbiamo presentato in consiglio in cui si chiede un intervento diretto della Regione sul Governo e l’avvio di un tavolo di concertazione con tutti i soggetti interessati, compresi i cittadini e i comitati che erano stai coinvolti».
Gli fa eco Bruno Pigozzo, capogruppo del Pd in consiglio regionale: «Siamo sorpresi da queste variazioni del progetto originale di Terna per quanto riguarda gli elettrodotti», dice annunciando che giovedì prossimo sarà in discussione in consiglio la mozione sul Vallone Moranzani presentata dal Pd, «ci aspettiamo che con coerenza la Regione sostenga l’ordine del giorno unanime che chiede il completo interramento degli elettrodotti tra Camin e Fusina».
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