Moranzani, primo lotto della discarica di fanghi
MARGHERA. Il 5 novembre prossimo il Consiglio di Stato dovrebbe decidere sulla istanza presentata da Terna per poter avviare i lavori di interramento dei giganteschi elettrodotti che attraversano il Vallone Moranzani che – come prevede l’omonimo Accordo di Programma siglato nel 2008 – dovrà ospitare«in sicurezza» i fanghi più inquinati scavati dai canali e i terreni contaminati delle industrie che debbono bonificare le loro aree e diventare poi un grande parco urbano.
Nel giugno scorso il Consiglio di Stato ha rigettato tutte i ricorsi contro la prevista ristrutturazione dell’elettrodotto tra Padova e Venezia di Comuni e Comitati che chiedono l’interramento dell’intera linea, tranne quello relativo ad al traliccio Monostelo che dovrebbe essere eretto ai bordi del parco di Villa Sagredo a Vigonovo. L’accoglimento del ricorso contro l’intervento complessivo di Terna tra Camin e Dolo (compreso, quindi, anche nel Vallone Moranzani per il quale) è stato deciso dal Consiglio di Stato in quanto ha ritenuto «non adeguata motivazione del parere positivo del ministero dei Beni Culturali in sede di Valutazione di Impatto Ambientale». Ora Terna chiede con la sua istanza «se sia possibile procedere con i lavori su tutte le altre parti dell’intervento complessivo, in attesa della riedizione dell’autorizzazione per il tratto di Villa Sagredo». La ripresa dei lavori sbloccherebbe 290 milioni di investimenti in Veneto, ora congelati, che darebbero lavoro – scondo quanto afferma Terna stessa – a 50 imprese e centinaia di lavoratori. Per non restare del tutto bloccato. In attesa del nuovo responso del Consiglio di Stato, il direttore di “Progetto Venezia”, Giovanni Artico - che ha sostituito il decaduto commissario straordinario Roberto Casarin, col compito di coordinare le attività per garantire l’attuazione dell’Accordo di Programma in tutte le sue parti - ha confermato che «in seguito ad accurate verifiche tecniche fatte da Terna, soprattutto in relazione all’altezza dell’elettrodotto a 132 kV Villabona-Fusina che passa sopra l’area de lVallone e in particolare della vecchia discarica Moranzani A, si è capito che è possibile variare temporaneamente l’assetto strutturale della linea in modo da disalimentare i soli due conduttori più bassi e procedere con i lavori di realizzazione del lotto 1 della nuova discarica, o almeno una parte di esso». Ciò consentirebbe di ospitare non solo i sedimenti più contaminati (ultra C) che verranno scavati nei canali navigabili, ma anche i terreni più inquinanti di fabbriche di PortoMarghera (come Alcoa) o dell’ex deposito di bus dell’Actv in via Torino.
Artico ha ricordato che questa operazione «renderebbe possibile la realizzazione di parte del lotto n°1, che potrebbe quindi contenere circa 300.000 metri cubi di sedimenti attualmente depositati nelle vasche provvisorie della cosiddetta area dei 23 ettari. In questo modo si anticiperebbe di circa un anno il cronoprogramma previsto per questi imporanti interventi».
A sostenere l’istanza di Terna al Consiglio di Stato che potrebbe sbloccare l’interramento dei vecchi tralicci nel Vallone Moranzani , ci sono il ministro Flavio Zanonato (Sviluppo Economico) e Andrea Orlando (Ambiente) che hanno fatto proprie le istanze delal Regione Veneto e del Comune di Venezia che chiedono a gran voce di sbloccare un progetto, come quello previsto dall’Accordo Moranzani che comprende anche interventi su viabilità, l’assetto idrico e paesaggio e prevede un investimento di 1 miliardo di euro.
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